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BRIFF 2023

Recensione: Nightman

di 

- Mélanie Delloye firma un thriller psicologico sui meccanismi di controllo e gaslighting che si infiltrano nella vita quotidiana di una giovane coppia isolata in un maniero irlandese

Recensione: Nightman
Zara Devlin in Nightman

Dopo aver autoprodotto il suo primo film, L'Indivision, la regista franco-belga Mélanie Delloye torna con il suo secondo lungometraggio, Nightman [+leggi anche:
intervista: Mélanie Delloye
scheda film
]
, un film di genere che esplora la violenza di genere, presentato in Concorso nazionale e in anteprima mondiale al sesto Brussels International Film Festival. Questo thriller psicologico analizza la relazione sempre più tossica tra una giovane donna e suo marito, sullo sfondo di leggende e nebbie irlandesi.  

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Va detto che Alex (interpretata in modo eccellente da Zara Devlin), la giovane protagonista, porta con sé un pesante fardello familiare. "Ho sorriso a mio padre che aveva appena ucciso mia madre", confida alla sua psicologa nella scena d’apertura. Non sorprende che questo trauma la tenga ai margini dell'età adulta, in una sorta di semi-sonno. Quando lei e suo marito più grande d’età (Mark Huberman) decidono di trasferirsi nella casa di famiglia di lui, ai margini di una foresta dove riecheggiano gli spari dei cacciatori, l'isolamento e la sensazione di essere un'estranea in questo nuovo territorio la portano a mettere in discussione se stessa, ma anche l'uomo che ha sposato, il cui comportamento sembra prendere una nuova piega mentre si confronta con i fantasmi del suo passato.

Mentre la nebbia avvolge il paesaggio, Alex scopre la leggenda della Banshee, una creatura femminile soprannaturale della mitologia celtica irlandese, che riecheggia le molte donne morte nella vita di Alex: sua madre e sua cognata. La tensione aumenta quando Damian inizia a soffrire di sonnambulismo, durante il quale sembra combattere contro misteriosi nemici che portano il male dentro di sé.

È vero che abbiamo già visto molte giovani donne soffrire per mano di un sadico, correre nei boschi e mettersi in pericolo. Tuttavia, dietro l’apparenza di un film di genere intriso di folklore irlandese, e la contrapposizione tra cittadini vegetariani e contadini sanguinari che sembra portare a un esorcismo finale da cui nessuno uscirà illeso, Nightman si propone di rappresentare tramite la finzione una complessa variante del controllo coniugale. Il gaslighting è una forma di manipolazione mentale che consiste nel far dubitare la vittima di ciò che ha visto, sentito o creduto, o persino di ciò che pensa, basandosi su bugie o su un presunto difetto della vittima, in questo caso l'alcolismo di Alex, nonostante lei sia sobria. Tra l'altro, il film solleva anche interrogativi sul modo in cui le nostre società trattano i bambini che si allontanano dalla retta via, e sulle conseguenze di queste "cure" talvolta sperimentali. Non è chiaro se trattare il male con il male sia sempre la soluzione migliore.

Nightman è la seconda opera, dopo Deep Fear di Grégory Beghin, di una quadrilogia sviluppata congiuntamente dalle società belghe Entre chien et loup e Black Swan Tales (creata dal gruppo francese Mediawan), una collezione di quattro lungometraggi di genere, artisticamente indipendenti ma tutti prodotti sullo stesso modello, un sistema collaudato e approvato negli Stati Uniti, ispirato alla società Blumhouse, da cui un'opera come Get Out è emersa con il successo che tutti conosciamo.

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(Tradotto dal francese)

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