01/09/2023 - VENEZIA 2023: Sulle orme di Isabelle Huppert, Élise Girard impone il suo stile cinematografico etereo viaggiando in Giappone tra i contorni e gli echi della realtà

Isabelle Huppert e Tsuyoshi Ihara in Viaggio in Giappone

"Persone come noi condividono segreti", "mondi visibili e invisibili coesistono". La francese Élise Girard appartiene a quella categoria di cineasti dalla voce singolare, che propongono uno stile personalissimo, sottilmente anticonformista e un ritmo pacifico in contrasto con le frenesie dei nostri giorni. La sua originalità volutamente modesta, già apprezzata nei suoi primi due lungometraggi (Belleville Tokyo [+leggi anche:
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intervista: Elise Girard
scheda film]), si esprime perfettamente nella sua nuova opera, il delizioso Viaggio in Giappone [+leggi anche:
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intervista: Élise Girard
scheda film], presentato in concorso alla 20me Giornate degli Autori dell’80ma Mostra del cinema di Venezia. Come le parole "niente" e "silenzio" iscritte sulla tomba dello scrittore Jun'ichirō Tanizaki, oggetto di una visita da parte della protagonista, il film trae la sua quintessenza da un minimalismo molto sofisticato che tuttavia esprime molto e offre dei ruoli molto belli a Isabelle Huppert e Tsuyoshi Ihara.

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"Tutto è strano, mi sento cambiata". In visita per la prima volta in Giappone in occasione della ripubblicazione del suo primo libro (L'ombre portée), Sidonie (Isabelle Huppert), famosa scrittrice francese (che non scrive più) invitata dal suo editore locale Kenzo Mizoguchi (che non ha nulla a che fare con il suo omonimo regista), arriva con il fardello di un dolore infinito causato dalla morte accidentale del marito avvenuta anni prima. Da un albergo all'altro, dai ripetuti viaggi (in auto, treno, traghetto) agli incontri con la stampa e alle presentazioni del libro, passando per una serie di visite turistiche a Kyoto e dintorni (il Tōdai-ji nel parco di Nara con la sua statua del Buddha alta 16 metri, il tempio di Hōnen, l'isola di Naoshima, i ciliegi in fiore, ecc. ), Sidonie e Kenzo (Tsuyoshi Ihara) si avvicinano a piccoli passi l'uno all'altra, superando gradualmente i confini delle fortissime differenze culturali (inizialmente fonte di scene umoristiche al limite del burlesco) fino ad entrare nella zona dei segreti intimi e dei sentimenti nascenti. Ma "in Giappone i fantasmi vivono intorno a noi" e il marito defunto, il dispettoso Antoine (August Diehl), riappare...

Giocando le sue carte con grande serenità, il film si svolge nell'arco di sei giorni "come una storia che ricomincia continuamente", dove tutto è totalmente riconoscibile (la solitudine, la paura dell'ignoto, i sentimenti, il processo creativo, ecc.), ma dove "tutto funziona in modo diverso". Lo stesso si può dire del cinema di Élise Girard, che potrebbe sembrare già visto, ma in realtà funziona in stile trompe-l'œil. È un approccio sottile e raro che distilla un innegabile fascino, esaltato da un certo dono per le belle inquadrature (con l'eccellente Céline Bozon come direttrice della fotografia) e da un gioco molto pacato sui cliché (i sublimi scenari turistici, le fasi dell'amore nascente, che culminano in una stupefacente scena di sesso illustrata da fotografie), il che non impedisce al film di approfondire con sobrietà i temi semplici ma profondi della vita e della morte, del lutto e della rinascita.

Prodotto da 10:15! Productions e coprodotto dai tedeschi di Lupa Film, i giapponesi di Fourier Films e gli svizzeri di Box Productions, Viaggio in Giappone è venduto nel mondo da Indie Sales.

(Tradotto dal francese)

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Elise Girard
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