email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2023 Giornate degli Autori

Recensione: L’avamposto

di 

- VENEZIA 2023: Edoardo Morabito segue le peripezie di un sognatore fuori dal comune, soffocato da un torrente di contraddizioni e da una megalomania che lo trasforma in caricatura di sé stesso

Recensione: L’avamposto

Per il suo secondo lungometraggio presentato negli Eventi speciali delle Giornate degli Autori della 80ma Mostra di Venezia, L’avamposto [+leggi anche:
trailer
intervista: Edoardo Morabito
scheda film
]
, Edoardo Morabito ha deciso di seguire le peripezie di Christopher Clark, un eco-guerriero scozzese che ha dedicato la sua vita alla salvaguardia della foresta Amazzonica. Dall’interno del “polmone verde del mondo”, Chris non smette di ideare piani che potremmo definire come folli per allertare l’opinione pubblica sull’imminente disastro ecologico. Il suo obiettivo è quello di spingere il governo brasiliano ad istituire delle riserve naturali che possano salvaguardare (purtroppo solo in parte) la foresta.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Ciò che Morabito ci mostra è l’ultimo tentativo disperato di Clark di far sentire la sua voce. L’idea che ribolle nella sua testa è quella di organizzare niente meno che un concerto dei Pink Floyd nel cuore della foresta amazzonica per convincere il governo brasiliano ad agire. Ciò che emerge sin dall’inizio del film è la straordinaria caparbietà del protagonista, la facoltà di aggrapparsi a brandelli di realtà che tesse insieme per trasformarli in certezze. Sebbene quello che racconta appaia sempre più “strano”: conosce veramente David Gilmour? Come pensa, concretamente, di raccogliere i fondi sufficienti per mettere in piedi un tale progetto? è solo quando i commenti del regista, espressi con insistenza in voce fuori campo, si fanno più presenti che la realtà, così come Clark la presenta, vacilla.

Come noi, il regista scopre la personalità complessa del suo protagonista durante il viaggio intrapreso insieme fino al suo avamposto, una comunità che ha instituito nel cuore della foresta Amazzonica. Clark ha creato questa riserva per permettere ai popoli indigeni che abitano nella foresta, spesso coinvolti in traffici illeciti ma lucrativi che con le preoccupazioni ecologiche del protagonista hanno ben poco a che fare, di vivere “in modo dignitoso” (per riprendere le sue parole). Secondo il ragionamento di Clark, questo dovrebbe spingerli a non distruggere la loro terra. Quella che il protagonista sogna: una società socialmente equilibrata in cui l’uomo vive in armonia con la natura si rivela però, con il passare degli anni, una chimera Con l’arrivo del benessere nascono infatti le gelosie e la smania di ricchezza prende il sopravvento sull’armonia preconizzata dal suo fondatore. Malgrado la disfatta sia ormai evidente, il protagonista del film non perde speranza, anzi, e si lancia nell’avventura della sua vita: l’organizzazione di un mega concerto all’altezza della posta in gioco ossia la distruzione del “polmone verde del mondo”.

Ma chi è davvero Chris Clark? Un folle o un profeta? Queste sono le prime domande che il regista si pone manifestando chiaramente i suoi dubbi rispetto alle vere intenzioni del suo protagonista. In viaggio verso il personale avamposto di Clark, fra caimani “inoffensivi” (secondo l’esperienza del protagonista) e pericoli d’ogni sorta, sentiamo chiaramente il regista domandarsi se è stato giudizioso mettere la sua vita nelle mani di un eroe decisamente d’altri tempi che non si rende apparentemente conto dei suoi limiti. Quello che è certo è che solo seguendolo può rendersi conto di chi sia realmente, di chi si nasconde dietro il salvatore senza macchia.

Ciò che rende L’avamposto speciale sono proprio i commenti fuori campo del regista, a volte davvero diretti, quasi violenti, dei commenti che non lasciano adito a dubbi quanto alla natura di Clark. Chi ha usato chi? Morabito intenzionato ad appropriarsi del sogno del suo protagonista o Clark che subdolamente usa il budget del film per concretizzare il suo progetto? Da ritratto di un personaggio fuori dal comune, il film si trasforma in riflessione sul concetto di salvezza, sul bisogno che ognuno ha di fuggire dalla propria spaventosa realtà.

L’avamposto è prodotto da Dugong Films con Rai Cinema. Intramovies si occupa delle vendite all’internazionale. Istituto Luce Cinecittà è il distributore nelle sale italiane.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Photogallery 04/09/2023: Venezia 2023 - L'Avamposto

10 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

Edoardo Morabito, Irma Vecchio, Fernando Meirelles, Micaela Fusco, Marco Valerio Fusco, Giancarlo Cammerini
© 2023 Isabeau de Gennaro for Cineuropa - fadege.it

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy