email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

NAMUR 2023

Recensione: Une des mille collines

di 

- Il nuovo documentario del regista belga Bernard Bellefroid analizza come un villaggio possa continuare ad essere una comunità, quando vittime e carnefici si sfiorano quotidianamente

Recensione: Une des mille collines

Bernard Bellefroid ha presentato il suo nuovo documentario Une des mille collines [+leggi anche:
intervista: Bernard Bellefroid
scheda film
]
in Concorso ufficiale al Festival internazionale del film francofono di Namur (FIFF). Attraverso il destino di tre bambini uccisi durante il genocidio del Ruanda, il film esamina come un villaggio possa ancora essere una comunità quando vittime e carnefici vivono quotidianamente fianco a fianco.

Fiacre, Fidéline e Olivier avevano 4, 5 e 9 anni. Come tanti altri, sono stati uccisi dai loro vicini durante il genocidio. Come tanti altri, i loro ricordi sono stati annientati, le loro foto strappate e le loro tracce bruciate. Chi, perché, come, dove? Sono tutte domande che non trovano risposta nell'unico sopravvissuto della famiglia, il nonno dei bambini, che il regista ha incontrato quando ha girato il suo primo film, Rwanda les collines parlent, su questa piccola collina ruandese tra tante altre. All'epoca, Bernard Bellefroid non osò promettere all'anziano ormai defunto che avrebbe fatto luce sugli eventi. Ma l'idea continuava a frullargli in testa, fino a diventare la spina dorsale di questo nuovo film, un'impossibile ricerca della verità, un folle tentativo di mantenere viva la memoria degli scomparsi, i cui crimini sono stati negati.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Nel 2005, un decennio dopo gli eventi, il Ruanda ha intrapreso una grande campagna attraverso i tribunali popolari Gacaca, con l'obiettivo di ristabilire la giustizia, scoprire la verità e avviare la riconciliazione. Giustizia è stata fatta, ma in condizioni complesse, poiché i giudici, che vivevano nel villaggio, erano in qualche modo coinvolti, essendo più o meno vicini agli accusati. Sebbene i genocidari siano stati effettivamente condannati, spesso lo sono stati senza rivelare tutta la verità, minimizzando i fatti e scaricando la colpa su altri. E frustrando il desiderio dei sopravvissuti di accedere alla verità.

Facendo rivivere la memoria di tre bambini e ripercorrendo le tracce del loro calvario, all'insaputa e sotto gli occhi di un intero villaggio rimasto fino ad allora in silenzio, Bernard Bellefroid mette in discussione la possibilità stessa di vivere insieme quando vittime e carnefici si sfiorano ogni giorno. Per riportare in vita Fiacre, Fidéline e Olivier, il cui passaggio sulla terra sembra essere stato cancellato, fa appello alla memoria della comunità e ripercorre il loro viaggio negli ultimi giorni di vita, alla ricerca delle tracce mancanti. Un ritratto attraverso un'assenza, che cerca di colmare le lacune e che si interroga anche sulla responsabilità di ciascun individuo nelle tragedie collettive. Attraverso scelte di messa in scena a volte conflittuali, fa rivivere, in modo fugace, questi tre bambini che rappresentano mille altri. E, nel farlo, si interroga anche sui limiti della verità. Cosa si può fare con la violenza? È possibile una riparazione? Il film ristabilisce la natura indiscutibile dei fatti: tra due cipressi sono stati uccisi tre bambini, come quasi un milione di altri.

Une des mille collines è prodotto da La Compagnie Cinématographique (Belgio), in coproduzione con Tchin Tchin Production (Francia), Panache Productions (Belgio) e Les Productions du Souffle (Belgio). Il film è venduto da Belgian Docs, e uscirà in Belgio a inizio 2024, poche settimane prima della commemorazione del trentesimo anniversario del genocidio ruandese.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy