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SITGES 2023

Recensione: La ermita

di 

- Carlota Pereda esagera con gli ingredienti (fuoco ed esplosioni, colpi di scena, effetti) nel suo secondo lungometraggio, interpretato dalla scream queen spagnola Belén Rueda

Recensione: La ermita
Belén Rueda e Maia Zaitegi in La ermita

Gli habitué del Festival internazionale del film fantastico di Sitges sanno che c'è un tipo di film che si ripropone regolarmente nella sua enorme programmazione: quelli che credono di sedurre il pubblico con il loro incontinente accumulo di spaventi a buon mercato, presenze sinistre e colpi di scena senza motivo. Sono film che finiscono per sfinire il pubblico con la loro mancanza di misura, come se la ricetta per il loro desiderato successo risiedesse nell'esagerazione, quando invece trarrebbero beneficio da una maggiore semplicità, misura e sintesi. La ermita [+leggi anche:
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, secondo film di Carlota Pereda, appartiene purtroppo a questa terribile categoria.

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Ed è un peccato, perché il nuovo lavoro della regista di una delle sorprese più stimolanti del 2022, Cerdita [+leggi anche:
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intervista: Carlota Pereda
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, un gore ambientato in un villaggio dell'Estremadura che sfruttava in modo eccellente la calura estiva di questa regione spagnola (e che ha vinto il meritato Méliès d'Oro a questo stesso festival), era molto atteso. Ora, con La ermita, Pereda sposta l'azione nelle più umide foreste dei Paesi Baschi e della Navarra, nel nord della Spagna, per dar vita a una storia di terrore basata sulla tradizione secolare dei loro ricchi miti e leggende.  

Una di queste racconta di una bambina (sospettata di essere malata di peste) che dal Medioevo è murata in un piccolo tempio religioso del suo villaggio, e la piccola Emma (interpretata dalla piccola Maia Zaitegi) vuole imparare a comunicare con il suo spirito. Per farlo, cerca di convincere Carol (Belén Rueda, scream queen spagnola grazie a titoli come El orfanato [+leggi anche:
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, Con gli occhi dell’assassino [+leggi anche:
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o El cuerpo [+leggi anche:
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, qui nel ruolo di una zia che torna nel villaggio da cui era fuggita come la Charlize Theron di Young Adult), una (finta) medium, a insegnarle a parlare con i fantasmi. Il suo aiuto sarà l'unico modo per restare vicino alla madre malata (Loreto Mauleón) quando questa morirà, gravemente malata di cancro.

Ci troviamo quindi di fronte a un’opera ambiziosa che parla di orfanità, maternità imperfetta, traumi radicati e infanzie dolorose, ma nella cornice del genere fantastico, già affrontato da Juan Antonio Bayona in Sette minuti dopo la mezzanotte [+leggi anche:
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intervista: Juan Antonio Bayona
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. La narrazione oscilla tra passato e presente, tra suspense e soprannaturale, ma la sua sceneggiatura (firmata dalla regista stessa insieme ad Albert Bertrán Bas e Carmelo Viera) finisce per soccombere a un'overdose di colpi di scena e pretese, sottolineata da una colonna sonora pastosa e fragorosa che cerca di enfatizzare il sentimentalismo lacrimevole di un dramma il cui interesse si affievolisce man mano che aumenta l'eccesso di trovate e il suo sfiancante accumulo di elementi presumibilmente terrificanti.

La ermita è una produzione Filmax, in coproduzione con Bixagu Entertainment. Filmax si occupa anche dell'uscita nelle sale cinematografiche spagnole (prevista per il 17 novembre) e delle vendite internazionali.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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