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LONDRA 2023

Recensione: Les Indésirables

di 

- Con il suo nuovo irrequieto e caotico film, Ladj Ly continua il suo racconto della banlieue parigina tra corruzione politica e tensioni latenti che sfociano nel conflitto

Recensione: Les Indésirables
Aristote Luyindula e Anta Diaw in Les Indésirables

Già dal titolo internazionale e dal cast (Alexis Manenti, Steve Tientcheu, Jeanne Balibar) Les Indésirables [+leggi anche:
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, presentato in anteprima a Toronto e in seguito al BFI Film Festival di Londra, si preannuncia come una sorta di sequel del precedente lavoro di Ladj Ly che aveva vinto il Premio della Giuria a Cannes nel 2019, Les Misérables [+leggi anche:
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. Ma se mentre in quest’ultimo la banlieue parigina si rivoltava contro la polizia violenta e la legge ingiusta sulle tracce dei protagonisti del classico di Victor Hugo da cui prende il titolo, in Les Indésirables Ladj Ly cambia tono e porta all’estremo uno stile già abbastanza parossistico in sé, sfociando a volte nell’ involontaria parodia.

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A cominciare dalla lunga ripresa aerea dell’edificio numero 5 (questo il titolo francese del film: Bâtiment 5) che racchiude in una sola sequenza l’universo circoscritto un cui si muovono i protagonisti, un lembo della periferia parigina chiamato Les Bosquets. È in questo quartiere che un sindaco sceriffo (Alexis Manenti) costruisce la sua parabola politica sulla paura e sul razzismo, con un fare securitario che ormai è diventato bandiera politica della maggior parte delle istituzioni governative europee. Se le intenzioni di denuncia de Les Indésirables sono buone, lo è meno la sua realizzazione. Oltre ai problemi formali, che riflettono lo spirito del tempo, sempre proiettato verso l’urgenza delle cose, i limiti de Les Indésirables sono anche di scrittura, che denota un voler mettere troppa carne al fuoco - letteralmente - senza riuscire a focalizzarsi sugli aspetti piú importanti della narrazione. La lotta politica infatti è descritta in maniera troppo didascalica, quasi parodica, per un film che ha delle ambizioni realistiche così marcate. Questa forse è una delle piú grandi differenze che segnano l’involuzione del cinema di Ladj Ly, rispetto al riuscito Les Miserables, capace invece di trasmettere il senso di rivolta sociale e di imminente esplosione delle periferie parigine.

Nel caso de Les Indesirables si assiste all’impotenza dei protagonisti Haby (​​Anta Diaw) e Blaz (Aristote Luyindula), assurti a simboli di due maniere diverse di dare voce al malessere sociale della popolazione di Les Bosquets: l’organizzazione politica e la violenza. Ladj Ly non sa decidere quale sia meglio tra le due, lasciando che il discorso viri verso un populismo buonista che ha sentore di sconfitta, privo però di ogni carica sovversiva o nichilista. Se in Les Misérables era la gioventù parigina, quella meno abbiente, a rivoltarsi con vigore contro la polizia, in Les Indésirables i giovani sono assenti o abbozzati a mo’ di macchietta, sospesi tra l’essere protagonisti di una commedia romantica o eroi di popolo, in un cortocircuito ideologico che ormai domina la maggior parte dei film con supposte ambizioni autoriali. Se qualcosa di memorabile c’è in quest’opera, è senza dubbio la presenza di Alexis Manenti, odioso moderno Javert, bravissimo a incarnare la banalità crudele della politica amministrativa locale ormai sempre più priva di responsabilità sociale. Un valore quest’ultimo che sembra aver abbandonato anche molti dei registi à la page, incuranti del pubblico nel suo presentarsi in maniera furba come impegnati a descrivere la contemporaneità, mentre la manipolano con sfacciati primi piani e camera a mano per aumentare il pathos. Insomma c’è una grossa confusione in Les indesirables ma la situazione non è eccellente: si continua a confondere il raccontare la miseria per svago col voler restituire dignità ai miserabili con l’arte.

Les Indésirables è prodotto da SRAB Films, Rectangle Productions e Le Pacte mentre Goodfellas si occuperà della vendita internazionale.

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Photogallery 30/09/2023: San Sebastian 2023 - Les Indésirables / Bâtiment 5

20 immagini disponibili. Scorri verso sinistra o destra per vederle tutte.

© 2023 Dario Caruso for Cineuropa - @studio.photo.dar, Dario Caruso

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