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FILM / RECENSIONI Irlanda / Regno Unito / Belgio

Recensione: Apocalypse Clown

di 

- La commedia corale impregnata di umorismo nero di George Kane mette in scena dei pagliacci incredibilmente umani pronti a tutto pur di esprimere e sostenere la loro arte

Recensione: Apocalypse Clown
Natalie Palamides, David Earl e Fionn Foley in Apocalypse Clown

Conosciuto per la serie Timewasters che mette in scena un quartetto di jazzisti londinesi che viaggia nel tempo grazie ad un vecchio ascensore in disuso, candidata al BAFTA della miglior serie comedia, l’irlandese George Kane si lancia una sfida colossale, quella di girare un lungometraggio (quasi) interamente abitato da pagliacci. Apocalypse Clown [+leggi anche:
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, nelle sale irlandese e britanniche dal 1 settembre con Wildcard e Vertigo rispettivamente e in Netflix in questi Paesi da questo lunedì 23 ottobre, e selezionato di recente al LUFF di Losanna tra gli altri festival, è un film corale talmente assurdo da diventare surreale, un omaggio all’arte clownesca nel quale si ride a denti stretti ma sempre con tenerezza. I pagliacci sono spesso rappresentati al cinema come entità spaventose (basti pensare allo extra famoso It), ambigue e depressive, dei personaggi perfetti per drammi o storie horror. Con Apocalypse Clown, Kane vuole invertire la tendenza proponendoci di osservare il mondo dei pagliacci con uno sguardo benevolo e empatico. Grazie ad un senso dell’umorismo bizzarro e irriverente, i suoi pagliacci diventano gli (anti)eroi di un mondo sull’orlo dell’implosione, un mondo stralunato nel quale nulla è ciò che sembra, un luogo al contempo spaventoso e catartico nel quale ritrovare se stessi.

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Il giorno dopo il funerale di Jean DuCoque, il più grande artista circense d’Irlanda, tre pagliacci alla deriva: Bobo (David Earl), Funzo (Natalie Palamides) e Pepe (Fionn Foley) intraprendono un viaggio caotico ma liberatorio alla ricerca di un’umanità che credevano di aver perso per sempre. Un misterioso cataclisma solare sembra aver trasformato il mondo in un lugo inospitale dominato dall’anarchia nel quale quello che conta è semblicemente sopravvivere. Jenny Malone (Amy De Bhrún), conosciuta anche come “the clown fucker”, giornalista ossessionata dai clickbaits che spera di farsi conoscere dal grande pubblico grazie ad uno scoop basato su teorie cospirazioniste, sarà la guida di questo trio improbabile di pagliacci in preda a deliri e ossessioni che da personali diventano collettivi. Il Grande Alphonzo (Ivan Kaye), summo maestro circense, pomposo e arrogante che spera di prendere il posto di DuCoque si trasforma nel nemico da combattere, esempio negativo di un pagliaccio che ha tradito i propri valori alla ricerca di una fama effimera. Tra lotte sanguinolente con statue umane vendicative, bambini assetati di sangue, ravers storditi dalle droghe allucinogene e storie d’amore tragicomiche, i tre protagonisti di Apocalypse Clown si incontreranno per un altimo spettacolo degno di un incandescente armageddon trash dai risvolti decisamente comici.

Stralunata e sghemba commedia irlandese a basso costo che ci mostra quanto ridere delle contraddizioni umane possa essere liberatorio e catartico, Apocalypse Clown è un film godibile e esilarante nel quale tutto è permesso, dove affrontare temi delicati quali la malattia mentale e l’emarginazione sociale senza scadere nel melodramma. Al contrario, la “differenza” e le fragilità umane si trasformano in armi con le quali combattere l’arroganza dei potenti. Apocalypse Clown ci fa ridere di noi stessi, delle ossessioni moderne legate alla ricerca di una fama che si trasforma in grottesca tragedia.

Apocalypse Clown è prodotto da Fastnet Productions Limited (Irlanda), Namesake Films (Regno Unito) e uMedia (Belgio), ed è venduto all’internazionale da Charades.

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