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TRIESTE 2024

Trieste ospiterà il focus Wild Roses dedicato alle autrici del cinema tedesco

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- La 35ma edizione del festival, con la tradizionale sezione sulle cineaste di un Paese dell’Europa centro-orientale: in programma 13 titoli di altrettante registe tedesche

Trieste ospiterà il focus Wild Roses dedicato alle autrici del cinema tedesco
Ingeborg Bachmann – Journey into the Desert di Margarethe von Trotta

È dedicato al cinema tedesco l’ormai tradizionale appuntamento con Wild Roses, la sezione del Trieste Film Festival (dal 19 al 27 gennaio la 35ma edizione) che ogni anno fa il punto sulle cineaste di un Paese dell’Europa centro-orientale: dopo Polonia, Georgia e Ucraina, dunque, ecco una selezione – a cura della Executive Director della Berlinale Mariëtte Rissenbeek – degli sguardi femminili più interessanti della Germania contemporanea.  Il focus Wild Roses è realizzato con il sostegno di German Films, Goethe-Institut Rom e DeutschZentrum Triest.

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In programma 13 titoli di altrettante autrici: film spesso premiati in giro per il mondo, ma anche opere meno universalmente note, in grado di svelare nomi (ancora) da scoprire per il pubblico italiano, che – spiega Nicoletta Romeo, direttrice artistica del Trieste Film Festival – "ci mostreranno un Paese moderno, inclusivo, multiculturale e lontano dagli stereotipi".

A guidare la delegazione tedesca sarà Margarethe von Trotta, ospite a Trieste per presentare il suo nuovo film, Ingeborg Bachmann – Journey Into the Desert [+leggi anche:
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intervista: Margarethe von Trotta
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(presto nelle sale italiane distribuito da Movies Inspired). Un’autrice simbolo del Neuer Deutscher Film, Leone d’oro a Venezia nel 1981 con Anni di piombo, testimone insieme a Ulrike Ottinger (di cui si vedrà Paris Calligrammes [+leggi anche:
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intervista: Ulrike Ottinger
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) di una generazione di maestre ancora in piena attività.

Gli altri nomi sono quelli di Maren Ade, la rivelazione di Cannes 2016 che col suo Vi presento Toni Erdmann [+leggi anche:
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Q&A: Maren Ade
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fece conoscere al mondo un’attrice straordinaria come Sandra Hüller; Valeska Grisebach e Angela Schanelec, con i loro lavori più recenti (rispettivamente Western [+leggi anche:
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, visto sulla Croisette nel 2017, e Music [+leggi anche:
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, migliore sceneggiatura all’ultima Berlinale); Maria Speth, Orso d’argento per Mr. Bachmann and His Class [+leggi anche:
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, e Maria Schrader, Premio del pubblico agli European Film Awards con Stefan Zweig: Farewell to Europe [+leggi anche:
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; Emily Atef con il suo ritratto di un’inedita Romy Schneider in 3 Days in Quiberon [+leggi anche:
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.

Inoltre il talento cosmopolita di Ana-Felicia Scutelnicu (Anishoara [+leggi anche:
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) e Ayse Polat (In the Blind Spot [+leggi anche:
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), e l’audacia di Nicolette Krebitz (Wild [+leggi anche:
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), Nora Fingscheidt (System Crasher [+leggi anche:
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intervista: Nora Fingscheidt
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) e Frauke Finsterwalder (Sisi & I [+leggi anche:
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).

Spiega Mariëtte Rissenbeek: “Wild Roses rappresenta una vera ispirazione a pensare a cineaste anticonformiste e coraggiose, e a film che mi stimolano, divertono ma che trovo anche difficili o scomodi. Non c’è rosa senza spine”.

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