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LES ARCS 2023

Recensione: Chiennes de vies

di 

- Xavier Seron torna con un film a sketch sul nostro sincero ma tortuoso rapporto con il migliore amico dell'uomo

Recensione: Chiennes de vies
Arieh Worthalter in Chiennes de vies

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, secondo lungometraggio di Xavier Seron, sarà proiettato questa settimana al Les Arcs Film Festival nella sezione Playtime, dopo la sua prima mondiale nella sezione Rebels with a Cause del Festival Black Nights di Tallin. Nel suo acclamato lungometraggio d'esordio, Je me tue à le dire [+leggi anche:
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, il regista belga elevava l'ipocondria a forma d'arte, seguendo le disavventure selvagge e imbarazzanti di un uomo che si chiede se possa aver ereditato il cancro al seno della madre. Questo tono acre, queste reazioni sopra le righe e questi sentimenti esagerati, serviti visivamente da un bianco e nero contrastante che sottolinea l'assurdità delle situazioni, è il marchio di fabbrica del regista, utilizzato anche nei suoi cortometraggi (in particolare Le Plombier e L’Ours Noir, co-diretti con Méryl Fortunat-Rossi, e Sprötch, tutti e tre premiati con il Magritte per il miglior cortometraggio). Questo marchio di fabbrica si ripropone nella sua nuova opera, un film a sketch in cui l'amore dell'uomo (e della donna) per gli animali è al centro della loro tragica incapacità di abitare il mondo umano.

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Attenti al cane. Tutto inizia con Tom. Tom è l'uomo che nessuno si ricorda, l'uomo di cui non si riesce a distinguere il volto, il povero ragazzo bistrattato dalla vita e dai suoi simili. Un giorno, però, la sua bella vicina di casa suona il campanello. Cécile ha una missione molto speciale per lui: accogliere il chihuahua del vicino deceduto. Se non fosse che il cane potrebbe benissimo essere la reincarnazione di Satana. Dal canto suo, Greta tende a trattare gli altri come cani. Beh, non così bene come tratta il suo amato cane Sophie. Così, quando Sophie muore – e Greta si vede costretta a sostituire la sua assistente personale, rimasta gravemente ferita nell'incidente – la donna non sa a chi rivolgersi per compensare la sua assenza... quella del cane, ovviamente. Franck, Lola e Perdita sono gli ultimi tre a sperimentare i problemi umano-canini: può una storia d'amore sopravvivere alla fobia di una persona per l'animale domestico del proprio amato?

A questo punto, dovreste già conoscere la risposta, tutto cupo e malinconico come è, ma portato avanti con umorismo e tenerezza, anche con implacabilità da Xavier Seron, che ancora una volta esplora l'insondabile complessità delle relazioni umane. Alla fine, siamo davvero tagliati per vivere con i nostri simili? Non sarebbe più semplice attenersi all'apparente limpidezza dei rapporti con i nostri animali? Attraverso questi tre racconti intrecciati, che navigano tra i registri – dalla commedia, ovviamente pungente, alla storia d'amore fuori dagli schemi, passando per il racconto assurdo – il regista belga approfondisce abilmente i temi che lo ossessionano e offre una bella vetrina ai migliori interpreti belgi, confermando il suo talento nel dirigere gli attori. Jean-Jacques Rausin (protagonista di Je me tue à le dire) ritrova il suo complice in un ruolo fatto su misura per lui, mentre Arieh Worthalter e Aurora Marion sorprendono in un registro comico a loro meno familiare. Mara Taquin conferma le grandi speranze riposte in lei, mentre Louise Manteau e Ninon Borsei sono vere e proprie rivelazioni.

Chiennes de vies è prodotto da Hélicotronc (Belgio) e coprodotto da Artisans du Film (Francia). Le vendite internazionali sono affidate a Be For Films, e l’uscita in Belgio (annunciata per la prossima primavera) sarà gestita da O’Brother.

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(Tradotto dal francese)

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