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SOLETTA 2024

Recensione: The Fortunate Ones

di 

- Diciassette anni dopo il suo ultimo lungometraggio, Jeanne Waltz ritorna a parlarci di donne complesse e intriganti che sfidano ogni categoria

Recensione: The Fortunate Ones
Milton Lopes e Rita Cabaço in The Fortunate Ones

Ambientato in Portogallo, un paese che Jeanne Waltz conosce bene vivendoci da più di trent’anni, e più in particolare ad Algarve, The Fortunate Ones è un adattamento del romanzo omonimo della scrittrice portoghese Lídia Jorge. La protagonista del film è Milene, interpretata in modo intenso da Rita Cabaço, una ragazza dinamica, libera e sognatrice che malgrado un leggero ritardo mentale e grazie al sostegno di una nonna protettrice ha sempre potuto vivere la propria vita a modo suo. Presentato in prima mondiale alle Giornate di Soletta dove compete per il Prix de Soleure, il film mette in scena la ricchezza ma anche la complessità culturale e sociale di un Portogallo ancora fortemente impregnato del suo passato coloniale. Lo sguardo, sprovvisto di preconcetti e libero da sterili costruzioni sociali, che Milene posa sulla realtà che la circonda l’arricchisce di una giocosità a dir poco rinfrescante.

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È il 1992 quando la nonna di Milene muore improvvisamente lasciandola sola nella grande e fatiscente casa dove hanno sempre vissuto. Disorientata ma decisa a non lasciarsi comandare da famigliari che l’hanno sempre considerata come un peso, la protagonista del film decide di recarsi alla fabbrica in disuso, di proprietà della sua famiglia borghese, per capire chi era veramente sua nonna. È quest’ultima infatti ad aver deciso di lasciare la fabbrica al padre di Milene che, in seguito, l’ha affidata agli operai che, pagando un regolare affitto, hanno deciso di abitarci. Una scelta che i fratelli e le sorelle del padre di Milene contestano senza avere il coraggio di sfrattare un’intera famiglia: i Mata.

All’interno della fabbrica, lì dove sua nonna si recava spesso alla ricerca della libertà che mancava nella sua vita, Milena si confronta con una cultura, quella capoverdiana, alla quale aderisce quasi istantaneamente allontanandosi allo stesso tempo sempre più dalla sua “vera” famiglia. Infastiditi dall’indipendenza che Milene rivendica, i suoi zii e zie cercano, non senza un certo imbarazzo, di limitare i danni che questa può causare. Di certo non avrebbero mai immaginato che la loro ingombrante nipote avrebbe potuto innamorarsi e decidere di sposare un operaio originario di Capo Verde. La domanda che si pone ora la famiglia è: come impedire un tale abominio senza trasformarsi in mostri? Le loro reticenze non sono basate tanto su uno scrupolo di coscienza ma piuttosto sulla necessità di salvare le apparenze.

Attraverso la sua protagonista, la regista ci spinge a considerare la realtà da un punto di vista “altro”, più sincero e profondo, che non imprigiona le persone in categorie sociali preconfezionate. La libertà, la spontaneità e la schiettezza che contraddistinguono Milene ci obbligano ad interrogarci sul concetto di “femminilità”, forse uno dei più soffocati da queste stesse categorie. La questione della maternità, in legame con la salute mentale, rimanda a tempi bui purtroppo non così lontani, in cui le persone considerate non idonee ad accedere alle alte sfere della procreazione venivano semplicemente messe fuori gioco.

Sebbene l’interpretazione di Rita Cabaço, credibile e precisa, sia sicuramente degna di nota, ci si potrebbe interrogare sulla scelta di un’attrice “abile” per interpretare il ruolo di Milene. Detto questo, la rappresentazione di personaggi, e soprattutto di donne, che si scostano dalla norma rimane sicuramente un’attitudine da incoraggiare.

The Fortunate Ones è prodotto dalla portoghese C.R.I.M. Produções Audiovisuais insieme alla svizzera Box Productions, la RTS Radio Télévision Suisse e RTP Radio televisão de Portugal. Le vendite all’internazionale sono affidate alla francese Urban Sales.

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