email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2024 Encounters

Recensione: Arcadia

di 

- BERLINALE 2024: L'opera seconda di Yorgos Zois comincia come un misterioso thriller erotico con elementi psicologici, ma si tramuta gradualmente in un prevedibile (melo)dramma sulle relazioni umane

Recensione: Arcadia

Figlio della cosiddetta Weird Wave greca, Yorgos Zois ha debuttato quasi un decennio fa con l'inquietante Interruption [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Yorgos Zois
scheda film
]
, ricognizione nel nebuloso confine tra finzione e realtà. Il suo successivo tentativo di lungometraggio, l'inequivocabilmente finzionale Arcadia [+leggi anche:
trailer
intervista: Yorgos Zois
scheda film
]
, presentato nella sezione Encounters della Berlinale, naviga nello spazio liminare tra la vita e la morte, oscillando tra regni che assomigliano rispettivamente al sonno e alla veglia. Quasi al primo sguardo, ci si sente immersi in un mondo bizzarro di eventi e dialoghi codificati, la cui difficile interpretazione crea l'esigenza di continuare a seguire la trama sempre più inquietante che si sviluppa.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Un medico (Vangelis Mourikis) e una donna (Angeliki Papoulia), che sembra essere sua moglie, sono coinvolti nell'identificazione delle vittime di un incidente d'auto sul lungomare mare. Ci vuole metà del film per capire quale possa essere il rapporto della coppia con i morti e perché appaiano così colpiti: un gioco enigmatico che tiene desta l'attenzione dello spettatore. Un altro elemento intrigante sono le occasionali incursioni notturne della donna in un losco bar sulla spiaggia piena di gente nuda, fin troppo desiderosa di soddisfare i propri desideri carnali. Inoltre, alcuni dettagli stuzzicanti e inspiegabili rendono ancora più piccante la già imbarazzante configurazione tra eventi e personaggi: scarpe che si attaccano e non si possono togliere; persone che si aggrappano ad altre persone e non le lasciano andare; sedute spiritiche. Ogni ulteriore commento sulla trama sarebbe uno spoiler, ma vale la pena di dire che, man mano che il mistero comincia a svelarsi, la storia si rivela vecchia come il mondo, una storia che, senza l'intreccio iniziale, sarebbe stata forse troppo banale per meritare di essere raccontata.

Dalla sua prima apparizione significativa sullo schermo in Dogtooth [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Yorgos Lanthimos
scheda film
]
di Yorgos Lanthimos, Angeliki Papoulia sembra aver interpretato sempre lo stesso personaggio, una donna dall'aspetto di una cerva spaventata che viene involontariamente coinvolta in giochi perversi. In Arcadia la sua eroina si trova letteralmente in una situazione in cui osserva la sua vita spassionatamente e da lontano, come se il suo destino non dipendesse da lei. Il suo sguardo malinconico, insieme agli occhi dolenti di Mourikis, è in produttiva sintonia con il paesaggio autunnale abilmente immortalato dal direttore della fotografia Konstantinos Koukoulios, che suggerisce sia un inquietante presentimento sia la sensazione di abitare un mondo irreale, ovvero un'Arcadia idilliaca di desideri inspiegabili che sono al tempo stesso terrificanti e allettanti, e da cui non è facile liberarsi. Questo è forse il risultato artistico più interessante del film, soprattutto sullo sfondo dell'ambiziosa sceneggiatura, scritta da Konstantina Kotzamani e dallo stesso Zois, della cui profondità alla fine questa favola superfluamente complicata  non è all'altezza.

Arcadia è prodotto dalle greche Foss Productions e Homemade Films, in coproduzione con la bulgara Red Carpet e la statunitense Two & Two Pictures. Le vendite mondiali sono curate da Beta Cinema.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy