email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VISIONS DU RÉEL 2024

Recensione: Les Miennes

di 

- Samira El Mouzghibati presenta il suo primo lungometraggio documentario, un ritratto di famiglia dedicato alle donne della sua vita, sua madre e le sue sorelle, che si interroga sul legame materno

Recensione: Les Miennes

Non si nasce madre, lo si diventa. Con Les Miennes, il primo lungometraggio documentario in prima persona di Samira El Mouzghibati, selezionato nella sezione Burning Lights a Visions du Réel, l'autrice esamina la delicata questione del legame materno. Tutto inizia con una telefonata che si trasforma in una discussione, poi in una minaccia di scomunica e infine in una rottura. Una rottura che sembra impossibile, tra una madre e la sua bambina. Arriviamo a una riunione di famiglia. La madre è invitata a parlare dai figli e dal marito, ma non riesce a trovare le parole. Non riesce a esprimere una mancanza che sembra oscurare le sue giornate. Va detto che il dialogo intergenerazionale in famiglia è a un punto morto.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

“Sono la più giovane, sono stata cresciuta dalle mie sorelle”, spiega la regista. Quattro sorelle e altrettante visioni del diventare donna. Una si è sposata troppo giovane, un'altra è libera, un'altra ancora ha divorziato. Ma tutte inciampano quando si tratta di definire la famiglia. Questa sorellanza è in parte ciò che le salva, o le tiene unite. Così un giorno Samira tira fuori la sua telecamera e inizia a filmare i loro scambi. Davanti al suo obiettivo, le sorelle si aprono: “La famiglia ha un posto importante nel mio cuore, ma non le do abbastanza spazio nella mia vita, e ho la sensazione che me ne pentirò".

Il documentario avrebbe potuto chiamarsi anche How I Met My Mother. La regista racconta con delicatezza l'arrivo della madre in Belgio, quando si era appena sposata con un cugino, suo padre, che voleva che lei si integrasse. Lui la porta al cinema, ma ciò che vede – la guerra, l'amore libero – la disgusta. Sceglie la sua strada, quella della religione e del pudore. È lì che trova la sua libertà, forse anche grazie a un matrimonio che, alla fine, sarà sicuramente felice. Samira e le sue sorelle hanno impiegato molto tempo per identificare questa libertà, che rimane la spina dorsale della loro vita, e per capire che, a suo modo, è anche ciò che la madre ha trasmesso loro. Sullo sfondo, il film racconta anche la storia di queste donne sradicate, che avranno nostalgia della loro terra per il resto della loro vita.

Allo stesso tempo, però, il film racconta l'improbabile liberazione, all'età di 50 anni, della sorella maggiore, sposata con la forza quando era ancora adolescente. Sono queste le zone d'ombra che la regista esplora: come si può amare la propria figlia e allo stesso tempo accettare un destino di sofferenza e frustrazione per lei. Così facendo, la regista compie un’opera di accettazione, che porta a una possibile riconciliazione. Tra loro, le sorelle parlano di “tua” madre, piuttosto che di “mia” madre. E il film diventa uno strumento di riappropriazione, grazie a una serie di momenti di sospensione. Quando Yuma diventa finalmente “mia” madre per Samira e le sue sorelle. 

Les Miennes è prodotto da Michigan Films (Belgio), Pivonka Production (Francia) e Visualantics (Belgio).

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy