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FESTIVAL Italia

A Trieste il cinema della Nuova Europa

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Con la proiezione di Odgrobadogroba (Di tomba in tomba), una coproduzione croato-slovena del "regista-rivelazione" di quest’anno, il lubianese Jan Cvitkovič, si è aperta ieri sera la la 17ma edizione del Trieste Film Festival, in programma fino al 26 gennaio. La rassegna è ormai riconosciuta come la più ricca e articolata manifestazione festivaliera italiana espressamente dedicata alle cinematografie dell’Europa centro-orientale, e oltre.

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Attesissima è la proiezione, in anteprima italiana, dell’ultimo film di Márta Mészáros, A temetetlen halott (L’insepolto, Ungheria – Polonia – Slovacchia 2004 ), sulla vita e l'uccisione del primo ministro Imre Nagy. Márta Mészáros, la cineasta più celebre d’Ungheria, sarà ospite del festival.

Undici quest’anno i lungometraggi in concorso, un prezioso ‘spaccato’ della migliore produzione est europea del 2005: Moartea domnului Lazarescu [+leggi anche:
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(La morte del signor Lazarescu) di Cristi Puiu, vincitore all’ultimo Festival di Cannes della sezione "Un Certain Regard"; la prima produzione indipendente kosovara, Kukumi, del regista Isa Qosja, che si è aggiudicato il premio speciale della giuria all’ultimo Sarajevo Film Festival; A fény ösvényei (I percorsi della luce), esordio dell’ungherese Attila Mispál, Miglior opera prima all’ultima edizione della Settimana del Cinema di Budapest; Delo osvobaja (Il lavoro rende liberi) del regista sloveno Damjan Kozole; Leidi Zi (La signora Zi) del bulgaro Georgi Djulgerov, Miglior film all’ultimo Sarajevo Film Festival; Lost and found. Six Glances of a Generation (Persi e ritrovati. Sei sguardi su una generazione), progetto che ha accomunato sei giovani promettenti registi dell’Europa dell’Est - Stefan Arsenijević, Nadeja Koseva, Mait Laas, Kornél Mundruczó, Christian Mungiu, Jasmila Žbanić – che hanno realizzato quattro lavori di fiction e un documentario, confluiti in un unico lungometraggio; Mistrz (Il maestro) di Piotr Trzaskalski; la coproduzione svizzero-rumena Ryna, di Ruxanda Zenide, vincitrice del premio speciale della giuria all’ultimo Festival di Cottbus. E ancora Schläfer (Il dormiente), lungometraggio d’esordio di Benjamin Heisenberg, anch’esso presente all’ultimo Festival di Cannes, e l’ultima fatica del regista slovacco Martin Šulík, presente con Sluneční Stàt aneb hrdinové dělnické třídy (La città del sole o gli eroi della classe operaia). Da segnalare, infine, Stesti (Qualcosa come la felicità) del ceco Bohdan Sláma, premiato all’ultimo Festival di San Sebastian e candidato per la Repubblica Ceca all’Oscar per il Miglior film straniero. In giuria Andrea Fornari (Italia), Judit Pintér (Ungheria) e Jelka Stergel (Slovenia).

Tra gli eventi speciali anche il film Solidarność, Solidarność… (Polonia 2005), realizzato dai maggiori registi polacchi (tra gli altri Krzysztof Zanussi, Juliusz Machulski, Andrzej Jakimowski) in occasione del venticinquesimo anniversario della nascita dell’omonimo sindacato. Da segnalare infine l’evento di chiusura con l'anteprima italiana di Senza destino [+leggi anche:
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(t.o. Sorstalanság – Fateless, Germania, Gran Bretagna, Ungheria 2005), esordio alla regia di Lajos Koltai, notissimo direttore della fotografia del cinema internazionale (nelle sale italiane da venerdì 27 gennaio).

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