09/06/2008

Non nasconde l’ambizione di partecipare alla prossima Mostra del Cinema di Venezia, Pupi Avati: “Il festival mi ha sempre portato fortuna, mi piacerebbe essere selezionato”, confessa l’autore del recente Il nascondiglio [+leggi anche:
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scheda film], che in Laguna ha già portato nove opere dal 1983 (Una gita scolastica) al 2005 (La seconda notte di nozze [+leggi anche:
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scheda film]).

Il suo nuovo film s’intitola Il papà di Giovanna, sarà distribuito da Medusa a settembre (a quarant’anni esatti dal primo ciak battuto da Avati, il 12 settembre 1968 sul set di Balsamus): ambientato in una Bologna “che trasuda povertà”, tra il 1938 ed il 1954, è la storia di una giovane (Alba Rohrwacher) che uccide a colpi di rasoio l’amica del cuore.

“Mi ha colpito molto che su di lei non pesa mai un giudizio morale”, spiega l’attrice: “È vista sempre con uno sguardo pieno di compassione: con gli occhi del padre che sceglie di restarle accanto”. Lo interpreta Silvio Orlando, che nel personaggio ha letto il senso di colpa di chi “si sente responsabile per non aver saputo comprendere il disagio della propria figlia: fare il genitore è un mestiere difficile, alle soglie dell’impossibilità”.

Ma per Avati si tratta di “un padre straordinario, molto diverso da quello che ho raccontato ne La cena per farli conoscere: lì c’era un genitore inadempiente, che mi somigliava molto; mentre questa è una figura così generosa che posso soltanto immaginarla”.

“Abbiamo fatto un film di grande cuore”, assicura il regista, che nel cast ha voluto anche Francesca Neri (è la madre della protagonista), Serena Grandi ed Ezio Greggio, il popolarissimo comico e conduttore televisivo qui al suo esordio da attore drammatico.