Janne Suhonen e Antti Apunen, due sub speleologi, incontrano Juan Reina nel 2010, dopo la pubblicazione del loro libro incentrato sull’esplorazione di grotte sommerse sotto la città di Budapest. Il regista, convinto che chi pratichi questo sport/hobby così pericoloso sia da considerare tra gli ultimi esploratori al mondo, decide di incontrare un gruppo di finlandesi pronti a battere un record durante un’immersione in una grotta norvegese che, sfortunatamente, finisce in tragedia. Da quel momento in poi il film cambia radicalmente. Nonostante le transenne poste lungo il perimetro della zona dell’incidente, in cui due sub hanno perso la vita, i tre sopravvissuti, sebbene traumatizzati dalla morte dei loro amici, scelgono di affrontare l’impresa da soli. Questo è il plot di Diving into the unknown, basato sulla cronaca dettagliata di questa operazione segreta e ad alto rischio. Ritmato da sequenze impressionanti di immersioni, questo thriller, dal taglio documentaristico, instilla un’angoscia reale e al contempo lascia che ci si interroghi sul senso di un’impresa e di una passione difficili da comprendere con i soli strumenti della ragione.