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BERLINALE 2010 Concorso

L’uomo nell’ombra, Polanski e le trame del potere

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Roman Polanski non c’è, ma si sente: Ewan McGregor e Pierce Brosnan, protagonisti del suo nuovo L’uomo nell’ombra [+leggi anche:
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(The Ghost Writer), presentato in anteprima in Concorso alla Berlinale, non hanno dubbi – “Sul set è sempre molto concentrato, non ti lascia mai. Almeno fino a qualche tempo fa”.

L’assenza annunciata di Polanski alla kermesse tedesca – a causa di una vecchia storia di violenza che lo ha condotto agli arresti domiciliari – sembra infatti aver puntato sul nuovo thriller hitchcockiano del regista polacco un faro ancora più luminoso, a giudicare dalla platea di giornalisti che ha affollato questa mattina il Berlinale Palast.

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Nel film, uno scrittore affermato (Ewan McGregor in grande forma) accetta il ruolo di ‘ghost writer’ per scrivere la biografia di un ex Primo Ministro inglese, Adam Lang (l’ex 007 Pierce Brosnan), dopo che il precedente assistente scompare in un misterioso incidente.

Lo scrittore si ritira quindi nella grande casa su un’isola di fronte alla costa orientale degli Stati Uniti, dove il politico abita con la moglie Ruth ed il suo staff, guidato dalla rigida Amelia, che coordina e supervisiona la vita pubblica dell’uomo.

L’occasione, apparentemente assai ghiotta, mostra però ben presto numerosi lati oscuri: quando Lang viene accusato di aver causato la morte di molti soldati inglesi in Iraq, il ghost scopre segrete connessioni dell’uomo con la CIA, e decide di fare luce sulla vicenda.

I richiami alla storia umana e politica di Tony e Cherry Blair sono evidenti sin dalla sceneggiatura, tratta dal romanzo del giornalista e scrittore britannico Robert Harris, che nel 2007, prima della pubblicazione, aveva inviato a Polanski una copia della sua opera.

“È una storia alla Chandler”, ha dichiarato Harris, “la storia era nata già 15 anni fa, molto prima di Blair. Mi piaceva l’idea del rapporto che si crea fra un ex leader mondiale e uno scrittore che deve raccontarne la vita”. Harris ha però sottolineato anche l’universalità dei temi del film: “È una analisi del potere, non è solo Tony Blair, ma una figura politica universale”.

Sulla base della vicenda, contestualizzata in un preciso ambito contemporaneo, Polanski inserisce nuovi livelli narrativi e numerosi richiami cinematografici che vanno da Viale del tramonto di Wilder al suo Chinatown (1974).

Il film è però spezzato in parti poco legate fra loro: nella prima, Polanski riesce a tratteggiare la personalità sottile di un uomo che sceglie di sparire per dare la sua voce ad una personalità più ingombrante, ma perde i fili delle trame occulte nella seconda, e scivola più volte su soluzioni ingenue e sconnesse, in un plot poco originale che perde spesso il suo ritmo.

La mano del maestro resta nelle bellissime scene invernali, dai toni desaturati, e nella costruzione di una suspense impalpabile e avvolgente.

L’uomo nell’ombra è stato girato in location in Germania, ed è prodotto da RP Productions (Francia), Studio Babelsberg (Germania) e Runteam III (Regno Unito).

Le vendite internazionali sono affidate a Summit Entertainment, e l’uscita italiana sarà curata da 01 Distribution.

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