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PRODUZIONE Italia

Wenders presenta Il volo: "C'è il 3D nel futuro del documentario"

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Come in risposta alle drammatiche immagini della rivolta dei braccianti africani a Rosarno che hanno fatto il giro del mondo nel gennaio scorso, quelle del film Il Volo di Wim Wenders documentano un esempio mirabile di "accoglienza" nato in Calabria più di dieci anni fa, quando un gruppo di curdi si stabilì sulle coste della Calabria, a Riace.

Il progetto iniziale del regista tedesco, un cortometraggio di 7 minuti da una storia originale di Eugenio Melloni, si è trasformato in un ibrido di 32 minuti, tra documentario e fiction, dopo l'incontro con un piccolo rifugiato afgano. Il Volo è diventato una testimonianza diretta, con la voce fuori campo dello stesso Wenders, dell'imigrazione che diventa una risorsa. "Le vicende di questa gente erano molto piu' importanti della fiction che stavo facendo" spiega Wenders, a Roma per presentare il film.

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Voluto dalla Regione Calabria e coprodotto con la Film Commission locale e con il patrocinio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite, il film è girato in 3D con la direzione della stereografia di Giampiero Piazza e Francesca Tornimbeni e la fotografia di Romano Albani. "Oggi il 3D è utilizzato come strumento amplificatore della fantasia, ci porta in mondi lontani e ci fa viaggiare", dice Wenders, che è stato tra i primi registi europei a sperimentare le videocamere digitali. "Ma io sono sicuro che da qui a pochi anni sarà molto usato dai documentaristi perché è in grado di creare una nuova porta verso la realtà, favorisce e potenzia il nostro accesso ad essa".

Il regista ha confermato che sta girando un film sulla grande coreografa tedesca Pina Bausch scomparsa l'anno scorso, che uscirà probabilmente a fine anno: ''Un lavoro che avevo iniziato prima che si ammalasse e poi abbandonato per un po' di tempo. E alla fine portato a termine con il dolore per un'amica che non c'e' più".

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