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FILM / RECENSIONI

Dogtooth

di 

- Conquistando il Premio Un Certain Regard di Cannes, Dogtooth ha dimostrato che un piccolo film greco può andare molto lontano

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intervista: Yorgos Lanthimos
scheda film
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di Yorgos Lanthimos, girato in cinque settimane con un piccolo budget e al termine di una torrida estate greca, racconta di una famiglia composta da cinque membri che vive in isolamento e i cui figli non si allontanano mai da casa (“non prima che ti cada il canino” – dogtooth in inglese). I genitori si occupano della loro istruzione e del loro tempo libero in maniera del tutto particolare, facendo in modo che il loro timore verso l'esterno cresca di pari passo con la loro dipendenza dalla protezione dei genitori.

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Questa artificiosa felicità familiare subisce un cortocircuito quando un agente di sicurezza donna (Anna Kalaitzidou), invitata dal padre per soddisfare i desideri sessuali del figlio, fa un regalo alla figlia più grande e chiede in cambio, a sua volta, un favore sessuale.

Dogtooth esplora il modo in cui un pater familias dominatore (Christos Stergioglou) arriva a controllare e a rendere tutti dipendenti, dalla madre (Michelle Valley) al figlio (Hristos Passalis) e alle figlie (Aggeliki Papoulia e Mary Tsoni), passando per le persone che sceglie accuratamente prima di portarle in famiglia. Lanthimos racconta la distopia di una famiglia "asettica" che ha paura di essere contaminata dalle influenze giudicate dal padre inappropriate perché incompatibili con quella che lui ritiene essere una buona educazione.

Lanthimos utilizza inquadrature leggermente distorte per riflettere la prospettiva deformata di questa famiglia: i figli stanno a malapena nello schermo, questo per sottolineare la sproporzione tra la loro crescita fisica e la loro età mentale. Il regista sottolinea ampiamente questa antitesi senza temere di indugiarvi troppo.

La tela di fondo del racconto è una parabola sul modo in cui il leader di un gruppo può arrivare ad alterare la percezione che il gruppo ha della realtà, rimpinzandolo di menzogne ridicole ed erigendo muri che garantiscono non solo che nessuno si sottrarrà a questa manipolazione, ma che questa sia vista persino come una protezione.

Lanthimos e il suo co-sceneggiatore Efthymis Filippou hanno infarcito la sceneggiatura di implicazioni socio-politiche arricchite dal più caustico senso dell'umorismo che il cinema greco abbia conosciuto negli ultimi anni, e anche se le gag potrebbero non piacere a tutti, l'ottima interpretazione di tutti gli attori, giovani e adulti, conferisce al film l'atmosfera leggera di una commedia salace, agrodolce e un po' assurda, e ne fa un'esperienza strana ma divertente intorno a un soggetto apparentemente difficile.

Gli autori hanno circondato il loro film di mistero, così come i protagonisti del film proteggono i loro figli, ma il primo contatto di Dogtooth con il resto del mondo ha portato i suoi frutti: avendo la grande responsabilità di essere il primo lungometraggio greco presente nella selezione ufficiale a Cannes dopo più di un decennio (dalla Palma d'oro di Theo Angelopoulos per L'eternità e un giorno nel 1998), Dogtooth è stato accolto con grande entusiasmo dalla stampa greca e straniera in occasione della sua anteprima.

“Il premio vinto a Cannes è un onore enorme per il cinema greco in generale”, stima il produttore Giorgos Tsourgiannis, della nuova società greca Boo Productions. Per lui, “il fatto che i film greci arrivino davvero a farsi notare all'estero è un incentivo per tutti quelli che lavorano nel cinema in Grecia a fare di più, anche se ancora non si nota un cambiamento nel modo in cui questo lavoro viene fatto”.

Tsourgiannis si riferisce ai problemi riguardanti gli aiuti di Stato al cinema (leggi la news). “Ma fa bene sapere che la nostra voce può farsi sentire al di là delle frontiere”, conclude il produttore.

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