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INDUSTRIA Italia

Rapporto 2010 FEdS: 141 film prodotti, record di investimenti privati

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L'Italia è il secondo produttore di cinema europeo (dopo la Francia) e il settimo al mondo (dopo India, Stati Uniti, Giappone, Cina, Corea del Sud e Francia): è quanto emerge dal Rapporto 2010 sull'industria del cinema italiano realizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con Cinecittà Luce e il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiBAC.

Giunto alla sua terza edizione, il rapporto fotografa lo stato di salute del cinema italiano, e il risultato è più che positivo. "'Nonostante la congiuntura economica difficile, l'immagine è quella di un'industria profondamente vitale, con ottimi risultati al botteghino", ha commentato Dario E. Viganò, presidente FEdS, aggiungendo che "particolarmente rilevante è il ruolo del privato''.

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Questi i dati: 141 i film prodotti in Italia nel 2010, terzo miglior risultato degli ultimi trent'anni, dopo i 154 del 2008 e i 163 del 1980; record assoluto di investimenti privati italiani: 276,9 milioni di euro nel 2010, ossia il 65,3% delle risorse totali. In calo, invece, il sostegno del Fus: -19,5% rispetto al 2009. Se nel 2003 le risorse pubbliche erano il 35,7% del totale, oggi arrivano ad appena l'11%, mentre il 48% dei film italiani fa ricorso al product placement.

Quanto alla digitalizzazione delle sale, sono 841 gli schermi digitali (erano 428 nel 2009). Per Paolo Protti, presidente Agis, il ruolo della sala è fondamentale e occorre "creare un sistema di incentivi mettendo insieme esercizio e produzione. A tal proposito, il reintegro del Fus è un punto di partenza''. "Il Fus si è ridotto, ma con l'apporto delle agevolazioni fiscali il contributo statale nel 2010 si è attestato sui 135 milioni di euro, e sarà così anche nel 2011'', ha detto dal canto suo il DG Cinema del MiBAC Nicola Borrelli.

"Oggi abbiamo una quota di mercato record per il cinema italiano, al 45%", ha commentato Riccardo Tozzi, presidente Anica. "Il nuovo problema è la crescita. Il nostro primo obiettivo è l'esercizio: le 3.200 sale esistenti non coprono tutto il territorio nazionale, il 40% della popolazione non ha cinema in zona. Bisogna puntare su digitale e satellite per ricostruire le sale dei piccoli centri e riportare il cinema in tv''.

L'intero rapporto è consultabile qui.

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