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BERLINALE 2012 Mercato

Lo European Film Market di Beki Probst cresce del 10% nel 2012

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Quando nel 1985 la giornalista e avvocatessa turca Beki Probst (in foto) assunse il suo incarico, lo European Film Market di Berlino era ancora una fiera, il FilmMesse. ”Il direttore del festival Moritz de Hadeln mi chiese di trovare un paio di idee nuove, e per prima cosa arrivò il nome, European Film Market”, ricorda.

”Per me era logico, perché se c’era un American Film Market, volevo mostrare che anche in Europa ne avevamo uno. E poi c’erano troppe ‘Messe’, fiere, in giro. Abbiamo discusso per anni sul nome — è un mercato per soli europei? Ma sono felice di averlo scelto: oggi, tutti nell’industria cinematografica mondiale sanno cos’è”.

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Quando Probst iniziò, lo European Film Market aveva duecento partecipanti. Le statistiche di registrazione di ieri, 27 anni dopo, mostrano la presenza di 7.412 professionisti da 57 paesi, 1.685 dei quali buyer, e 1.134 proiezioni di 760 film.

Sono 403 le compagnie con uno stand o un ufficio al mercato, che adesso ha sede al Martin-Gropius-Bau e all’Hotel Marriott — gli esordienti di quest’anno sono Colombia, Filippine, Repubblica di Kossovo e Sudafrica. Dei film, 598 sono anteprime di mercato, proiettate in una delle 39 sale attrezzate secondo i più moderni standard tecnici — ”una bella sfida oggigiorno”, aggiunge Probst.

Con numeri in crescita del 10% rispetto al 2011, è difficile essere pessimisti per Probst, che negli anni ha conosciuto tutti gli alti e bassi dell’industria. ”Mi ricordo un anno, all’inizio della Guerra in Iraq, in cui nessun americano si fece vedere.

E non così tanto tempo fa, nel 2010, il mercato era rallentato, in piena crisi finanziaria. L’anno dopo gli affari sono tornati a risalire, e siccome siamo il primo mercato dell’anno, siamo una specie di test per capire cosa accadrà a Cannes e all’AFM. E lo stesso vale per i cambiamenti tecnici dell’industria: in questo modo, non ci si annoia mai”.

E la seconda idea di Probst per il mercato? ”Beh all’epoca mi sembrava buona, ma poi non l’abbiamo mai usata e grazie al cielo, volevo organizzare giornate a tema per avere tutti i film tedeschi nello stesso giorno, e poi tutti i francesi e così via. Ma con 760 film in catalogo…”, conclude.

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(Tradotto dall'inglese)

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