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FILM Francia

A cœur ouvert: alcol, amore e distruzione

di 

- Discesa agli inferi della dipendenza per una passionale coppia di chirurghi interpretata da Juliette Binoche ed Edgar Ramirez

Lanciato l' 8 agosto nelle sale francesi da MK2, A cœur ouvert, (titolo internazionale: A Monkey On My Shoulder), secondo lungometraggio di Marion Lainé dopo Un cœur simple [+leggi anche:
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, immerge lo spettatore in tre universi ad alto tasso emotivo: la passione amorosa, la cardiochirurgia e la dipendenza dall'alcol. Un mélange esplosivo che si presta a ogni deviazione umana per un film toccante interpretato con forza da Juliette Binoche ed Edgar Ramírez (intenso protagonista di Carlos [+leggi anche:
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di Olivier Assayas).

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Adattamento per mano della regista e di Anne Le Ny del romanzo Remonter l’Orénoque di Matthias Enard, A coeur ouvert si apre in una sala operatoria su uno scambio di sguardi significativo, da dietro le mascherine, tra Mila (Binoche) e Javier (Ramirez): tutta l’équipe lo stava aspettando e lui arriva dopo essersi scolato un sorso d'alcol nella sala attigua l'operazione a cuore aperto. Le basi sono gettate: c'è un grosso problema. Più tardi, il suo capo lo avverte ("non amo le voci di corridoio, ti avevo avvertito, Javier") e presto arriva la sanzione: viene allontanato dalla sala operatoria, le sue prospettive si riducono alle visite e all'insegnamento senza possibilità di operare altrove, data la sua reputazione (e di un dossier contro di lui).

Mila, anche lei chirurgo, ama Javier con passione, condivide le sue bevute (senza cadere nella dipendenza), i suoi momenti di follia (giri notturni clandestini nei parchi e allo zoo), la sua passione per la velocità in moto e l'umorismo disinvolto. Fa il possibile per impedirgli di sprofondare, ma non riuscirà a salvare le apparenze troppo a lungo ("apri gli occhi, tuo marito è alcolizzato e queste cose vanno sempre a finire male"). Rimasta incinta, decide di tenere il bambino (non ne aveva mai voluti per non compromettere la loro libertà) per dare un obiettivo alla coppia, poi progetta di dare le dimissioni per andare a vivere in Sud America. Ma niente arresta il degrado del loro rapporto verso il conflitto aperto e la discesa agli inferi: Javier, indebolito e ulcerato, trascina Mila verso il fondo…

Soggetto rischioso più volte affrontato sul grande schermo (Barfly, La donna della mia vita e Le dernier pour la route, per citarne solo alcuni), l’alcolismo serve a Marion Lainé da catalizzatore per trattare il tema di un amore folle in fase di disintegrazione. Inoltre, la regista resta molto evasiva sulle origini della dipendenza di Javier, preferendo concentrarsi sulle reazioni del personaggio femminile.

Il duo Binoche-Ramirez riesce a sostenere il carattere inevitabilmente eccessivo di diverse sequenze a forte carica emotiva, e il montaggio a base di ellissi e di "jump cuts" dinamizza il racconto per rendere lo spettatore partecipe di questa "tranche de vie" in cui la speranza e la sofferenza si contendono il primato. La credibilità delle scene in sala operatoria e dell'universo medico in senso più ampio (menzione speciale a Hippolyte Girardot) offre un background interessante a questa immersione nel campo dei sentimenti sottoposti alla prova del caos. Una discesa agli inferi senza concessioni che termina con un finale realistico-onirico che si presta alla discussione.

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(Tradotto dal francese)

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