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FILM Italia

Tra il menefreghista e l’impegnato: ecco l’Italiano medio di Maccio Capatonda

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- Atteso debutto sul grande schermo, da regista e protagonista, per la star televisiva e del web, in uscita il 29 gennaio con Medusa che produce insieme a Lotus

Tra il menefreghista e l’impegnato: ecco l’Italiano medio di Maccio Capatonda
Maccio Capatonda in una scena di Italiano medio

Non era facile vincere la scommessa di portare al cinema un fenomeno come Maccio Capatonda e il suo carosello di personaggi senza incappare in una sequela di sketch e scivolare troppo nel triviale. Se la prima sfida è del tutto vinta, la seconda lo è un po’ meno: Italiano medio [+leggi anche:
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, debutto sul grande schermo della star televisiva e del web Marcello Macchia (questo il suo vero nome) sviluppato a partire dall’omonimo video divenuto un cult su YouTube, incastra le sue maschere in un racconto ben strutturato (la sceneggiatura è firmata da sei persone, compreso il regista) ma talvolta sbocca alla ricerca dell’effetto comico, brillando comunque, nelle sue trovate e nei giochi di parole, per originalità e inventiva.

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Giulio Verme (Maccio) cresce in una famiglia di ignoranti, qualunquisti e teledipendenti, sviluppa così, per contrasto, uno spiccato senso morale e una coscienza ambientale e animalista fuori dal comune. Alla soglia dei quarant’anni vive però una grande frustrazione, perché vede intorno a sé solo menefreghisti, carnivori e malati di smartphone (persino il barbone per strada ha un tablet) e non riesce a fare nulla per salvare il mondo, se non occuparsi della raccolta differenziata in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Ma un suo vecchio compagno di scuola (il sodale Luigi Luciano, in arte Herbert Ballerina) ha una soluzione a tutte le sue pene: una pillola grazie alla quale, invece di utilizzare il 20% del cervello come tutti, ne userà solo il 2% e che quindi lo porterà a smettere di pensare alla fame nel mondo e al riscaldamento globale, per concentrarsi su se stesso e le sue esigenze più elementari, ossia donne, panini con la porchetta e macchine di grossa cilindrata. 

Ma qual è il vero Giulio Verme? “Giulio è un eroe che sta tra l’impegnato e lo scarto della società, un eroe furbo”, spiega Capatonda. “Il mio non vuole essere un insulto all’italiano medio, ma una visione personale e sferzante di due estremi, due macro categorie, il menefreghista e l'impegnato, entrambi coi loro difetti”. Non manca infatti la satira sulla coscienza green e tutto il business che vi ruota attorno, accanto a quella della tv spazzatura e dei falsi vip. E se le due personalità di Giulio lottano fra loro in un dualismo anche visivo che vede la sua versione militante illuminata da una fotografia sbiadita e quella supercafona tutta luci e colori, la soluzione starà nel compromesso. Perché “l’italiano medio non è quello becero ma quello della via di mezzo, quello che si sposa e va a puttane, che fa il vegano e poi mangia il panino col maiale”. L’italiano per cui è possibile tutto e il contrario di tutto. Nelle sale il 29 gennaio in 400 copie con Medusa, che ha prodotto insieme a Lotus.

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