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IFFR 2015 Signals

War Book: finisce così la gloria della Gran Bretagna

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- Il thriller politico di Tom Harper mostra il peso della Gran Bretagna sulla scena politica globale odierna

War Book: finisce così la gloria della Gran Bretagna

L'anteprima internazionale del thriller politico di Tom Harper War Book ha aperto l’International Film Festival Rotterdam di quest'anno, ed è anche stato inserito in Signals: Everyday Propaganda. Questa sezione si concentra sui modi in cui la propaganda cerca di controllarci "in forme nuove, potenti eppure sottili". A questo proposito, l’ultima produzione britannica di Harper alza l’asticella.

Non diversamente da The Woman in Black 2: Angel of Death [+leggi anche:
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l’ultima fatica di Harper ha un cast di talenti non indifferente, tra cui la coppia del momento: la stella nascente Nathan Stewart-Jarrett e la sorprendente Adeel Akhtar. E vedendo il film, non è difficile capire perché. Il titolo si riferisce a una serie di incontri che i membri del servizio civile britannico facevano durante la Guerra Fredda (che sono stati resi pubblici solo di recente, nel 2009). In segreto, simulavano quale piega avrebbe preso la Gran Bretagna in caso di guerra nucleare.

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Ciò che Harper e lo sceneggiatore Jack Thorne hanno inteso fare è stato dunque traslare quella simulazione ai giorni nostri. La paura di un tempo, tra gli USA e l'URSS diventa quella delle ostilità tra India e Pakistan (clima politico che il Regno Unito ha contribuito a creare). Gli estremisti in Pakistan sferrano attacchi nucleari sull'India, e il film mette in scena il crescente buco nero che ne deriverebbe.

“Mettere in scena” è infatti il termine adatto, visto che l'intero film si svolge a porte chiuse come una rappresentazione segreta di teatro del governo (ambientato nell’iconica Senate House, che ha ispirato la descrizione di George Orwell del Ministero della Verità in 1984). Ma, come molti registi europei – fra cui Laurent Cantet nel suo Ritorno a l’Avana [+leggi anche:
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– stanno dimostrando, questi film teatrali sono estremamente avvincenti se il dialogo è ben fatto. E la sceneggiatura di Thorne lo è sicuramente.

La chiara influenza della sensazionale sitcom britannica The Thick of It è palpabile fin dall'inizio. War Book ha indubbie nuances Malcolm Tucker-esche, con battute sagaci e irriverenti. Tuttavia, i toni sono un po’ più smorzati, con raffinati momenti dove l’arguzia della middle-class si coniuga con la tragedia para-apocalittica. Il film è anche ben bilanciato nelle sue riflessioni sui pro e contro dell’infernale simulazione.

Alla base del film vi è, inoltre, un concetto assai serio: a cavallo del secolo scorso, la Gran Bretagna aveva ancora il più grande impero della storia. E da allora, il paese ha vissuto una vera e propria lotta per rappresentare se stesso come qualcosa di meno potente di ciò che una volta credeva di essere. Anche ora, la Gran Bretagna si sforza di vedersi in vetta. E War Book scrive un ottimo manuale su questi complessi post-imperiali.

Complessi che hanno trascinato la Gran Bretagna in una guerra dopo l’altra. Ma War Book mostra anche fino a che punto la gente fa valere le proprie preferenze e pregiudizi su questioni di importanza globale. Ragion per cui, il film offre una visione terribile e assai verosimile su dove le armi nucleari potrebbero portare i paesi responsabili della loro diffusione.

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(Tradotto dall'inglese)

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