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VISIONS DU RÉEL 2015

Horizontes scorcio di una Cuba quasi mitica

di 

- La regista svizzera Eileen Hofer regala a Visions du Réel la prima del suo lungometraggio, che traccia il ritratto di Cuba attraverso il vissuto di tre ballerine dagli inizi alla consacrazione

Horizontes scorcio di una Cuba quasi mitica

Eileen Hofer, già presente l’anno scorso a Visions du réel con il suo cortometraggio My Honeymoon, rivolge ancora una volta lo sguardo verso tre figure femminili che da sole sembrano incarnare l’alone di mito che avvolge Cuba, portandosi a casa la Menzione speciale della giuria SSA/Swissimage.

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proiettato in prima mondiale nella sezione Regard Neuf è un film apparentemente limpido ma che nasconde in sé molti dei paradossi che definiscono il mito socialista cubano. Il rigore, la dedizione richiesti dalla danza classica si amalgamo talmente bene all’intransigenza del sistema comunista da dissolversi completamente nei suoi principi. Il pas de deux che si instaura fra queste due realtà è così affascinante da stordirci, da farci quasi perdere la forza di opporci, di vedere la realtà oltre i confini di ciò che ci è imposto. 

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La danza classica a Cuba non è “solo” una nobile disciplina ma anche e soprattutto l’incarnazione di ciò che il rigore può creare di armonioso, al limite della perfezione. In un andirivieni costante dall’esterno (i pochi momenti di intimità vissuti al di fuori delle prove) all’interno della mitica sala del Gran Teatro dell’Avana, Eileen Hofer traccia il ritratto sensibile di tre ballerine nei vari momenti della loro carriera: dagli inizi pieni di speranze alla consacrazione ultima, quella di Prima Ballerina Assoluta. Le vite della giovane Amanda che si allena per passare il suo primo concorso, di Vingsay che si prepara a entrare nel Ballet National, e della veneratissima Alicia Alonso Prima Ballerina Assoluta che dirige con pugno di ferro il prestigioso Ballet Nacional de Cuba, si amalgamano come a formare un nodo indissolubile.

Ciò che colpisce è l’incredibile somiglianza nelle traiettorie vitali di ognuna di loro, come se insieme formassero una sola ed unica entità. Questa uniformazione, presente malgrado le emozioni, i successi, le speranze, si riflette nelle poche immagini di Cuba, anche loro immutabili, testarde. Gli orizzonti del titolo non sono in questo senso degli orizzonti fisici, sorta di via di fuga o miraggio, ma piuttosto degli universi interiori, sognati e nutriti di orgoglio nazionale. Così come Viengsay vede nella danza un modo per volare oltre l’orizzonte, come in un sogno (invece di optare per una carriera internazionale preferisce rimanere sull’isola), Alicia Alonso la necessita come bastone contro la cecità di cui soffre; tutte e due la utilizzano come via di fuga immaginaria da una realtà inalterabile. In sintonia quasi perfetta con il loro paese Viengsay e Alicia si nutrono di fantasmi e si dissolvono in un orizzonte immaginario che non hanno il coraggio di sfidare. Invece di interrogare direttamante queste donne sulle loro motivazioni, Eileen Hofer preferisce lasciare parlare i loro gesti, sorta di sottotitoli invisibili ma estremamente potenti che dicono ciò che le parole non vogliono o possono esprimere. 

Horizontes è prodotto da Aline Schmid di Intermezzo Films, rappresentante svizzera a Producers on the Move.

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(Tradotto dal francese)

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