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INDUSTRIA Europa

"Nuove strade per la diversità del cinema in Europa?"

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- I principali insegnamenti tratti dal rapporto sugli esperimenti IFFR Live, SPIDE e Streams Day-and-Date

"Nuove strade per la diversità del cinema in Europa?"

L’analisi del rapporto del ricercatore Thomas Paris, "Nuove strade per la diversità del cinema in Europa?" (presentato al Parlamento Europeo e alla Commissione Europea), sugli esperimenti IFFR Live (coordinato dal Festival di Rotterdam), SPIDE (guidato dall'ARP) e Streams Day-and-Date (sotto l’egida di EuroVOD) offre spunti interessanti. Queste uscite hanno coinvolto 23 film, distribuiti in 22 territori europei con 112 uscite in D&D (Day &Date o Ultra-VOD) e 21 uscite in Direct-to-VOD o e-cinema.

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Secondo il rapporto, "i box-office nazionali si dividono, nei territori che conservano un’industria cinematografica, tra blockbuster americani, presenti su tutti i mercati, e film nazionali, spesso limitati al proprio mercato domestico. A questo panorama bisogna aggiungere i film d’essai che hanno un pubblico internazionale: per il loro potenziale limitato a livello nazionale, questi film devono confrontarsi con le difficoltà di accesso alle sale, in ciascuno dei territori in cui sono distribuiti (...) Il fenomeno della globalizzazione si è tradotto nell’instaurazione di una duplice economia, nella quale i film circolano poco. A ciò si aggiunge la concentrazione dell’esposizione dei film (numero di schermi per film) e l’aumento crescente del numero di film diffusi, una combinazione che si traduce in possibilità limitate di esposizione per un gran numero di film".

Lo studio di Thomas Paris sulla complementarietà delle modalità di diffusione dimostra che queste non sono in concorrenza diretta e che danno vita a una sovrapposizione più che a una sostituzione. Dal punto di vista dell’economia della creazione, in una situazione di sovrabbondanza di opere e considerando il solo criterio della redditività economica diretta (l’aumento degli incassi), le condizioni sono favorevoli all’esercizio diretto in VOD. "Se oggi tale decisione viene influenzata dalla dimensione esclusiva che rappresenta l’uscita in sala, ciò va indubbiamente attenuandosi: essendo meno eccezionale, l’assenza di un film nelle sale sarà meno stigmatizzante". Inoltre, oggi i consumatori sono ancora poco abituati all’e-cinema, il che rende gli investimenti marketing più rischiosi. Infine, ci può essere una specializzazione per tipo di opere, come dimostrano le uscite Day and Date nel Regno Unito dal 2010 con una sovrarappresentazione dei film europei non nazionali, d’essai, in gran parte documentari.

"I diversi canali di distribuzione appaiono complementari dal punto di vista dell’economia del cinema. Ogni singolo film s'iscrive in un’economia particolare: il suo costo, il suo potenziale stimato, e il suo maggiore o minore accesso a un esercizio in sala può condurre il suo distributore a optare, in una scelta più o meno vincolante, verso un modo di distribuzione alternativo: direttamente in e-cinema (direct-to-VOD) o in uscita simultanea in sala e VOD (D&D). L'equazione economica dei profitti diretti è una dimensione di questa scelta: non è la sola, soprattutto per la consacrazione che una diffusione in sala offre oggi e offrirà indubbiamente ancora a lungo. Quando viene fatta una scelta di uscita simultanea, essa riposa su una logica di massimizzazione dell'audience, dinanzi a un accesso limitato alle sale".

"L’interesse delle sale per una diffusione in VOD riposa dunque su un equilibrio tra gli effetti di transfert degli spettatori in sala verso il VOD, e l’accresciuta visibilità che permette la promozione legata alla diffusione in VOD, soprattutto per le sale che non beneficiano, per un dato film, di una promozione nazionale".

Le conclusioni: "Se è evidente che una diffusione per via elettronica allontanerà parte degli spettatori dalle sale, il peso e gli effetti di questo allontanamento lo sono molto meno. I distributori potrebbero beneficiarne, sia perché la diffusione in VOD offre loro un modo per valorizzare i film che hanno poco spazio in sala, sia perché i profitti perduti dalla distribuzione in sala possono essere compensati dalla diffusione in VOD. Quanto alle sale, esse costituiscono l’anello più minacciato da queste nuove fome, ed è importante per l’economia del cinema non mettere a rischio il loro business. E’ indubbiamente l’economia delle sale d’essai a risultare più indebolita. Si può pensare che i loro spettatori siano meno suscettibili ad andare verso il VOD, ma sono proprio i film che distribuiscono ad essere i più adatti per le uscite VOD simultanee. Ma nonostante la perdita marginale di spettatori possa avere un effetto molto nefasto per le sale dall’economia fragile, l’analisi ci indica che l’effetto globale non è necessariamente negativo: una perdita di spettatori dovuta a una diffusione in VOD può essere controbilanciata da un aumento della visibilità dei film. Il peso rispettivo di questi due effetti è un’incognita, e meriterebbe di essere testata". 

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(Tradotto dal francese)

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