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LOCARNO 2015 Concorso

Chevalier, un ritratto tragicomico del maschio contemporaneo

di 

- LOCARNO 2015: L’ultima fatica di Athina Rachel Tsangari, presentato in Concorso internazionale a Locarno è un viaggio senza concessioni nella mente dell’uomo moderno

Chevalier, un ritratto tragicomico del maschio contemporaneo
Panos Koronis in Chevalier

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, ultimo incisivo e esilarante lungometraggio della regista greca Athina Rachel Tsangari, presentato in Concorso internazionale al 68esimo Festival del Film Locarno, si avventura nel complesso e a volte assurdo universo maschile. Dopo The Capsule, film che propone un cast esclusivamente femminile, Tsangari decide di addentrarsi nell’”altro campo”, quello delle relazioni (di potere) tra uomini, in un universo di dominazione dove solo le apparenze contano. Malgrado i segreti e le ansie (nascoste) che abitano il mondo intimo dei nostri eroi ellenici la loro vita “pubblica” sembra immacolata e socialmente perfetta. Un’inquietante e scabrosa mascolinità pervade l’ultimo lungometraggio della nostra regista greca che affronta con coraggio e una dose irresistibile di humor le paure e le debolezze della nostra società contemporanea.

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Nel mezzo del mar Egeo sei uomini (un cast incredibile che vede sfilare i più grandi attori greci), appassionati di pesca subacquea, sono ospitati su un lussuoso e imponente yacht. La tensione e il testosterone raggiungono il parossismo nel momento in cui questi decidono di intraprendere un gioco che li spinge verso la via del non ritorno. Tutto è permesso: analisi del sangue, karaoke in falsetto o ancora paragoni paradossali sul loro modo di dormire o di mangiare. La loro apparente amicizia si trasforma in poco tempo in acerba rivalità fino a sfociare in un vera e propria carneficina sociale. Il premio in palio per il vincitore, per il maschio più “cool”, sarà l’anello della vittoria: il Chevalier. 

L’ultima fatica di Athina Rachel Tsangari propone una satira irriverente e deliziosamente oscena della società contemporanea dove ogni gesto viene scrutato con interesse maniacale. Chevalier esplora i meccanismi perversi che spingono gli individui a mostrare solo ed esclusivamente i loro punti di forza dimenticando così di alimentare il loro universo intimo, la loro sensibilità, in una parola: ciò che li rende umani. La ricerca di un ipotetico vincitore, super uomo dalla perfezione inquietante, che vive attanagliato da una paura costante di sbagliare, di fare un passo falso, spinge i protagonisti di Chevalier verso gesti estremi tra l’assurdo e il grottesco. Ma cosa significa essere “il migliore” nella nostra società contemporanea ossessionata dai “like”? È ancora possibile fare la differenza tra la realtà e una vita virtuale dove solo l’apparenza e la popolarità contano? In Chevalier questa ricerca di riconoscimento è portata al parossismo. In un universo esclusivamente maschile, così impregnato di testosterone da diventare quasi “homoerotic”, i protagonisti di Chevalier giudicano costantemente, ossessivamente se stessi ma soprattutto gli altri, in una ricerca assurda di perfezione. L’universo creato da Tsangari ricorda a tratti quello di Pedro Almodovar, altro maestro incontrastato nel dipingere le nevrosi e le paure di una società ormai in preda al delirio. I desideri e la stima di se stessi sono messi alla prova in un universo claustrofobico attorniato dal mare, sorta di prigione che costringe i protagonisti ad affrontare le proprie paure. Un film penetrante che dietro lo humor/le risate nasconde un’inquietante verità.

Chevalier è venduto all’internazionale da The Match Factory.

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