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FESTIVAL Svezia

Focus sull'immigrazione allo Stockholm Film Festival

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- In scena dall'11 al 22 novembre, la vetrina svedese parla di speranza, libertà e potere con film sulla crisi dei rifugiati

Focus sull'immigrazione allo Stockholm Film Festival
Lampedusa in Winter di Jakob Brossmann

Concentrandosi ogni anno su temi sociali attuali nella sua sezione Spotlight, lo Stockholm International Film Festival - che si terrà dall'11 al 22 novembre - aggiungerà ora nuove prospettive al dibattito sull'immigrazione attraverso una serie di film e documentari.

"La pressante crisi dei rifugiati in Europa è il tema del programma, che racconta storie di persone che fuggono o lasciano le loro case per motivi diversi", ha spiegato Git Scheynius, direttore dello Stockholm International Film Festival.

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Finora, la selezione include la prima mondiale di They Call Us Beggars delle registe svedesi Caroline Kernen e Tova Kurkiala Medbo, e le anteprime scandinave di The Waiting Room [+leggi anche:
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 del regista canadese Igor Drljaca, One Breath [+leggi anche:
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 del regista tedesco Christian Zübert e Adama [+leggi anche:
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 del francese Simon Rouby.

La sezione ospiterà anche la prima europea di Invisible, del regista filippino Lawrence Fajardo, He Named Me Malala del regista statunitense Davis Guggenheim, Lampedusa in Winter [+leggi anche:
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del regista austriaco Jakob Brossmann e Out of My Hand del regista giapponese Takeshi Fukunaga, tutti titoli recenti dedicati ai temi della speranza, della libertà e del potere.

Il festival assegnerà lo Stockholm Lifetime Achievement Award di quest'anno - un Cavallo di Bronzo di 7,5 kg - al regista britannico Stephen Frears (che sarà in città con il suo ultimo film, L'Ultima Leggenda [+leggi anche:
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intervista: Stephen Frears
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), per "non aver mai rinunciato a raccontare i lati oscuri e tragici della gente, con calore, passione e senso dell'umorismo".

Il premio va a un regista "che non ha paura di prendere una posizione per coloro che esistono ai margini della società. Il suo cinema va dai film politici con pathos sociale ai grandi film epici con le più grandi star. A prescindere dalla forma che prende la storia, Frears dimostra di essere un regista con una genuina curiosità per le storie di vita delle persone".

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(Tradotto dall'inglese)

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