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BLACK NIGHTS 2015 Concorso

Il Pubblico Ministero, la Difesa, il padre e suo figlio: la relatività della giustizia

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- Il dramma di Iglika Triffonova sarà presentato nella competizione principale del Tallinn Black Nights Film Festival

Il Pubblico Ministero, la Difesa, il padre e suo figlio: la relatività della giustizia

Sincero e un po' triste, Il Pubblico Ministero, la Difesa, il padre e suo figlio [+leggi anche:
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intervista: Iglika Triffonova
scheda film
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di Iglika Triffonova, in competizione al Tallinn Black Nights Film Festival di quest'anno, è incentrato su un caso presso il Tribunale Penale Internazionale per l'ex Jugoslavia, ma riesce ad essere più di un semplice dramma giudiziario. Sebbene la nozione di giustizia, questo pilastro della democrazia, sia di fondamentale importanza nella sceneggiatura della Triffonova, la pellicola indaga anche in senso più ampio su cosa sia giusto e umano, a prescindere dalla legge.

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Tratto da una storia vera, il film presenta un tribunale penale in cui Milorad Krstic (l'attore bulgaro Krassimir Dokov) è sotto processo per crimini di guerra commessi come comandante nella guerra in Bosnia. Il processo sembra in stallo, e c'è un gran bisogno di nuove prove, ma poi il pubblico ministero, Catherine Lagrange (l'attrice francese Romane Bohringer), porta un nuovo testimone, il giovane Deyan (il bulgaro Ovanes Torosian), la cui testimonianza può costituire il punto di svolta del processo. Sorpreso per la testimonianza, l'avvocato difensore, Mikhail Finn (l'attore svizzero Samuel Fröler), inizia la sua indagine per scoprire la verità.

Produzione multinazionale con riprese ambientate in tre Paesi diversi, Il Pubblico Ministero, la Difesa, il padre e suo figlio cambia continuamente i punti di vista, al fine di esplorare un terreno accidentato dove molte prospettive si scontrano. Senza affermare che la giustizia è ambigua ("Se la legge non fosse esistita come regolatrice dei rapporti tra gli uomini, il mondo sarebbe un posto orribile", dice l'avvocato difensore a un certo punto), l'approccio complesso e riflessivo della Triffonova suggerisce semplicemente che a volte è irrilevante. Può una madre separata dal figlio trovare conforto nella condanna di un criminale di guerra? Potranno tutti quelli fuggiti dalla Bosnia essere riaccolti quando tutti i criminali di guerra riceveranno la loro pena?

Servendosi di un ampio dialogo in inglese, svedese e bosniaco, la Triffonova tocca man mano diverse aree d'interesse, dall'identità alle conseguenze psicologiche e sociali della guerra. Ci sono molti altri personaggi rilevanti rispetto a quelli descritti nel titolo, e il pubblico potrà apprezzare in particolare Jasna (Nermina Lukac, protagonista della scena più emozionante del film), una donna bosniaca stabilitasi ad Amsterdam che aiuta Finn nella sua indagine. In una posizione un po' defilata tra i personaggi principali, è il giudice e la testimone non di un processo di guerra, ma di una competizione tra il punto di vista occidentale e quello balcanico in merito al conflitto e le sue conseguenze.

"Vivremo abbastanza a lungo per perdonarci l'un l'altro?", chiede un altro personaggio durante una delle conversazioni che si rivelano essere il punto di forza della sceneggiatura. Si tratta di una controparte emotiva alla sequenza d'apertura del film, nella quale diversi testimoni descrivono con freddezza ed efficacia le atrocità commesse nel villaggio di Glogova durante la guerra in Bosnia. Il film sembra suggerire che c'è molto da perdonare e dimenticare, con frasi che non sono poi così di conforto alle migliaia di vittime.

Il film è stato prodotto da Klas Film (Bulgaria), Phanta Vision (Paesi Bassi) e FilmLance International (Svezia). Le vendite estere sono gestite dalla viennese EastWest Filmdistribution.

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(Tradotto dall'inglese)

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