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GDYNIA 2016

I’m a Killer: vampiro omicida, vampiro del totalitarismo

di 

- Maciej Pieprzyca, il radioso regista di Life Feels Good, torna al festival di Gdynia con un’opera che si immerge nell’oscurità

I’m a Killer: vampiro omicida, vampiro del totalitarismo

Autore di una delle rappresentazioni più solari del trionfo della volontà umana con Life Feels Good [+leggi anche:
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(premiato nel 2013 a Gdynia e a Montreal), Maciej Pieprzyca ha presentato al 41° Festival di Gdynia I’m a Killer [+leggi anche:
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, un film che s’iscrive in un’atmosfera totalmente opposta e in cui la fiducia nell’uomo scende a un livello prossimo allo zero.

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Questo thriller racconta una storia vera, avvenuta all’inizio degli anni ‘70, in piena era comunista in Polonia. Gli abitanti di Zaglębie, una regione industriale al sud del paese, sono scossi da una serie di omicidi estremamente brutali (commessi tra il 1964 e il 1970) ai danni di donne (14 in totale) tra i 16 e i 57 anni d’età, uccise sempre secondo lo stesso schema. La stampa non ne parla molto fino al momento in cui una delle vittime non risulta essere la nipote del primo segretario del partito comunista. Il comandante della milizia regionale forma quindi una squadra d’indagine con una missione: arrestare il killer, ormai soprannominato "il vampiro". Un giovane tenente, Janusz (interpretato dall’eccellente Miroslaw Janiszewski) prende la guida di questa squadra. Ambizioso, si serve di tutte le competenze acquisite e ricorre anche a metodi innovativi, utilizzando uno dei primi computer in Polonia e contattando un celebre criminologo inglese. L’inchiesta diventa sempre più complicata, e il tenente non ha prove, ma solo indizi e sospetti che lo portano ad arrestare un operaio (Arkadiusz Jakubik), padre amorevole di tre bambini e marito tradito da sua moglie. La tensione sale nella squadra d’indagine, e la gerarchia fa pressione sul tenente perché il partito non può attendere. L’operaio è quindi condannato a morte, sebbene il processo si basi solo su indizi e presunzioni. 

Con I’m a Killer, è la seconda volta che Maciej Pieprzyca si concentra sulla storia del vampiro di Zaglebie, giacché aveva già diretto nel 1998 un documentario sullo stesso soggetto e con lo stesso titolo. Ma a distanza di anni, ha visibilmente cambiato prospettiva e la finzione inserisce il racconto in un contesto più ampio. Non si tratta più solo di regolare i conti con la Storia presentando il lato politico e i meccanismi di manipolazione dei servizi comunisti. La forza della finzione sta nell’analisi dettagliata e conseguente dell’individuo messo a confronto con un sistema oppressivo. E’ attraverso il personaggio, accompagnandolo nella sua metamorfosi mentale, che lo spettatore vive questa storia criminale e allo stesso tempo politica. Sottomesso a una gerarchia politicizzata, impigliato in una rete di rapporti falsi, il protagonista tesse una fitta rete di menzogne. Accecato dall’ambizione di far carriera, si lascia manipolare e manipola, per privarsi alla fine di quel che resta della sua dignità umana. E’ in questo senso che Pieprzyca ci consegna il ritratto di un individuo che potrebbe essere interpretato anche fuori dal contesto storico, un ritratto da analizzare soprattutto oggi che il demone del totalitarismo sembra risvegliarsi.

I’m a Killer, che è stato prodotto da RE Studio e coprodotto da National Audiovisual Institute, TVP, Agora SA, Monternia e Silesia Film, con il sostegno del Polish Film Institute, sarà distribuito nelle sale polacche il 4 novembre prossimo da Next Film.

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(Tradotto dal francese)

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