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FILM Portogallo

The Forest of the Lost Souls: la tristezza durerà per sempre

di 

- L'opera prima di José Pedro Lopes sarà proiettata al festival Fantasporto

The Forest of the Lost Souls: la tristezza durerà per sempre
Daniela Love in The Forest of the Lost Souls

Dopo la Berlinale, durante la quale è stato scritto molto sul settore portoghese e sui suoi giovani talenti che fanno faville nei cortometraggi (per saperne di più), un nuovo titolo portoghese - questa volta un lungometraggio - di un altro regista emergente locale sarà presentato al festival Fantasporto. The Forest of the Lost Souls [+leggi anche:
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scheda film
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è un'incursione nei generi horror e splatter del produttore-regista José Pedro Lopes.

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Dopo un prologo che introduce il tema e l'atmosfera di questo film in bianco e nero, The Forest of the Lost Souls dà il via alla prima delle sue due parti presentando i suoi due protagonisti in una foresta. Sebbene il direttore della fotografia Francisco Lobo sottolinei il paesaggio bucolico, non ci si dovrebbe cullare nell'attesa di una storia romantica - anzi, non c'è proprio nulla di romantico. La foresta è nota per essere teatro di numerosi suicidi - ed è esattamente ciò che un uomo di mezza età intende fare quando si imbatte in una ragazza adolescente.

I personaggi, interpretati dal veterano del teatro Jorge Mota e dall'emergente Daniela Love, intraprendono una serie di conversazioni bizzarre. L'uomo, anche se sospettoso delle intenzioni della ragazza, cerca sempre di evitare - pur senza sforzarsi troppo - che questa si suicidi. I dialoghi sono sagaci e ironici, pur presentando il personaggio della Love come un'asociale suicida. Sembra sapere tutto sul suicidio, dalle statistiche alle tecniche giapponesi di hara-kiri ai rituali suicidi come, ad esempio, il portarsi dietro un quaderno e una penna per scrivere una lettera d'addio.

La sceneggiatura di Lopes stigmatizza volutamente gli adolescenti sedotti dall'idea della morte e che indulgono in tragici deliri in cui le loro emozioni ingigantite riflettono quelle dei loro eroi morti. Non c'è niente di triste nel personaggio senza nome della Love, ma le piace citare le ultime parole di Van Gogh: "La tristezza durerà per sempre", e quando le viene chiesto perché abbia intenzione di uccidersi, si trasforma in una Virginia Woolf gotica, fissando l'acqua (ma senza sassi in tasca): "Sono certa che impazzirò di nuovo! Sento che non posso passare un altro di questi momenti terribili, e non riuscirò a riprendermi questa volta". Le sue parole sembrano trasudare una natura artificiale, ma quando l'uomo se ne accorge, è già troppo tardi.

Un colpo di scena nella sezione centrale della trama porta alla seconda parte del film, in cui le citazioni letterarie vengono messe da parte. Qui, Lopes mostra apertamente il suo ispirarsi ai film splatter, anche se con meno sangue e meno effetti speciali di quanto avrebbe forse desiderato.

Progetto a basso budget The Forest of the Lost Souls è un'ulteriore prova che la determinazione è in grado di superare gli ostacoli di produzione, trasformando un progetto difficile in un film godibile che fa uno sberleffo alle difficoltà finanziarie grazie a una sceneggiatura accattivante. Lopes spicca come giovane regista in grado di riunire molti dei suoi riferimenti riconoscibili da cinefilo al fine di portare a compimento un progetto d'esordio personale e minuziosamente curato.

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(Tradotto dall'inglese)

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