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FILM Italia

Questione di Karma, la strana coppia De Luigi-Germano

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- Nel secondo film di Edoardo Falcone, in sala con 01 Distribution, un ricco ereditiere è convinto che il padre si sia reincarnato in un giovane imbroglione

Questione di Karma, la strana coppia De Luigi-Germano
Elio Germano e Fabio De Luigi in Questione di Karma

“Non credevo nella reincarnazione nella mia vita precedente, e non ci credo nemmeno ora”, ha scritto una volta Woody Allen. Ci crede invece fermamente Fabio De Luigi, in Questione di Karma [+leggi anche:
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, commedia di Edoardo Falcone in sala con 01 Distribution. De Luigi (Tiramisù [+leggi anche:
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) veste i panni di Giacomo, erede di una dinastia di industriali delle matite colorate che da bambino ha subìto il trauma di vedere il padre suicidarsi lanciandosi dalla finestra del suo studio. Giacomo ha raccolto la voglia di conoscere del padre, è colto, disinteressato al business di famiglia, un’anima pura e nobile che legge il Bhagavadgītā e vede film di Yasujirô Ozu. Proprio questa sua inclinazione intellettuale lo porta a credere che il padre possa essersi reincarnato e l’incontro con un anziano esoterista francese (un delizioso cameo di Philippe Leroy) che in realtà vuole sbarazzarsi di lui, rafforzerà questa convinzione. Lo studioso gli fa addirittura un nome e un luogo: Mario Pitagora, Roma.

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Giacomo individua presto un uomo con tale nome, interpretato dal sempre bravissimo Elio Germano, che dopo diversi ruoli drammatici (Alaska [+leggi anche:
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intervista: Stefano Sollima
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), si lascia andare ad una commedia leggera. Mario Pitagora è esattamente l’opposto di Giacomo, come per ogni buddy movie che si rispetti: impudente, affamato di denaro, pessimo padre di famiglia, un imbroglione pieno di debiti inseguito dagli usurai. Sarà naturale per lui approfittare dell’apparente ingenuità del riccone e giocare a fare il “papà reincarnato”. Ma non si scherza con il karma del titolo, quello che semini, raccoglierai, e le cose si metteranno simpaticamente a posto dopo un pre-finale che fa il verso al Keyser Söze dei Soliti Sospetti.

Wildside, che produce con RAI Cinema, punta ancora sull’accoppiata insolita, dopo Cortellesi-Albanese in Mamma o papà [+leggi anche:
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(ancora in sala) e Giallini-Gassmann nell’opera prima di Falcone, Se Dio vuole [+leggi anche:
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del 2015. De Luigi/Germano funzionano ancora meglio degli altri, dando vita ad una comicità bizzarra e lieve, che suscita più sorrisi che risate. Il primo con il lunare understatement che lo contraddistingue, Germano nelle inedite vesti di un personaggio che si ispira chiaramente a quei magnifici cialtroni della  grande stagione della commedia italiana di una volta, interpretati da Vittorio Gassman e Albero Sordi. Forse, come ha sottolineato il regista e critico Davide Ferrario in un suo articolo, la cattiveria è inesorabilmente scomparsa nella commedia, e la satira è stata rimpiazzata dalla compiacenza. Ma i tempi sono cambiati, forse c’è maggior bisogno di comprendere le leggi del destino umano rispetto a quelle dell’Universo, per dirla con Rudolf Steiner. E Edoardo Falcone riesce a restituire con leggerezza i conflitti e le armonie di sempre, in questa contrapposizione - soprattutto economica - tra i due protagonisti, in quella mamma perplessa (Stefania Sandrelli), quel patrigno calcolatore (Eros Pagni) e soprattutto in quella sorella (Isabella Ragonese) che rinuncia al suo ruolo di fredda manager post-borghese per comprendere la “spiritualità” del fratello.

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