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FESTIVAL Danimarca

La ricetta del CPH:DOX di Copenhagen: “una riflessione, un ritorno e un contrattacco”

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- In programma dal 16 al 23 marzo, il Festival Internazionale del Documentario di Copenhagen accoglierà 200 film e 75 prime mondiali

La ricetta del CPH:DOX di Copenhagen: “una riflessione, un ritorno e un contrattacco”
Last Men in Aleppo di Feras Fayyad

A quindici mesi dalla 13a edizione – conclusasi con un primato di 91.400 spettatori – torna il CPH:DOX-Copenhagen International Documentary Film Festival, con una nuova sfida: “affrontare le trasformazioni radicali della realtà e del nuovo ordine mondiale, che con l’elezione di Trump e la Brexit hanno subito un’accelerazione”. L’apertura in marzo segue la decisione di far slittare il calendario, “per meglio cogliere le opportunità di crescita internazionali”.

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Il festival si svolgerà quindi dal 16 al 23 marzo e, nelle intenzioni della direttrice e fondatrice Tine Fischer, rappresenterà “una riflessione, un ritorno e un contrattacco da parte dell’arte, della realtà e della verità”. Il programma comprende 200 film e 75 anteprime mondiali, un incontro sul ruolo politico e sociale dell’arte, concerti audiovisivi, mostre interattive e l’iniziativa Disrupt Their Lives, a cura del cantante e artista inglese Anohni (alias Antony degli Antony and the Johnsons) e che vedrà il supporto della città danese Aarhus, eletta quest’anno Capitale europea della Cultura. 

La galleria d’arte Charlottenborg di Copenhagen sarà la nuova sede principale del festival, con i suoi tre cinema – di cui uno per la realtà virtuale e un altro con divani di design – anche se più di 100 proiezioni sono previste un po’ ovunque nel paese, grazie alla manifestazione DOX:ON:TOUR. Anzi, non tutti film verranno presentati in una sala cinematografica: Sour Grapes [+leggi anche:
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dei registi inglesi Jerry Rothwell e Reuben Atlas verrà proiettato in una cantina di vini, Burning Out [+leggi anche:
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del belga Jérôme le Maire, film che mostra la stressante quotidianità di un ospedale, nella principale clinica della capitale - il Rigshospitalet - mentre il tedesco Nicolas Humbert ha scelto il birrificio BRUS per presentare Wild Plants [+leggi anche:
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, con tanto di degustazione a seguire.

La sezione principale - DOX:AWARD - include tredici film, tra cui spicca Last Men in Aleppo [+leggi anche:
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del regista siriano Feras Fayyad, con la produzione della danese Larm Film, già vincitore del premio della Giuria World Cinema al Sundance Film Festival. Fanno da portabandiera Jeppe Rønde con The John Dalli Mystery [+leggi anche:
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e Phie Ambo con …When You Look Away [+leggi anche:
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. In concorso anche Do Donkeys Act? degli statunitensi Ashley Sabin e David Redmon, con Willem Dafoe voce narrante, e, infine, Gray House, primo documentario dell’americano Austin Lynch (figlio di David Lynch).

Nove prime mondiali, con generi che spaziano dal documentario all’arte visuale – si contenderanno il NEW:VISION AWARD. Tra questi, il gruppo di artisti danesi Superflex con The Mærsk Opera e il regista inglese Ben Rivers, ultimo vincitore di NEW:VISION e quest’anno in lizza con Urth. La sezione F:ACT AWARD, dedicata al genere dei documentari giornalistici d’inchiesta, ha in calendario sei prime mondiali, mentre altre dieci sono previste per il NORDIC:DOX AWARD. Infine, dieci produzioni sono state candidate per il NEXT:WAVE AWARD, nuovo premio internazionale assegnato ai registi emergenti.

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(Tradotto dall'inglese)

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