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FILM Italia

L’arte di Raffaello Sanzio in 3D

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- Nei cinema il 3, 4 e 5 aprile, Raffaello, il principe delle arti, una produzione originale Sky distribuita da Nexo Digital, che approderà poi nei cinema di 60 paesi del mondo

L’arte di Raffaello Sanzio in 3D
Flavio Parenti in Raffaello, il principe delle arti

La più avanzata tecnologia in 3D per un Raffaello mai visto. Il 3, 4 e 5 aprile uscirà nei cinema italiani Raffaello, il principe delle arti [+leggi anche:
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, una produzione originale Sky in collaborazione con i Musei Vaticani e Magnitudo Film, distribuita da Nexo Digital per la regia di Luca Viotto, regista specializzato nel 3D, recentemente scomparso. Il docu-film approderà in seguito nelle sale di 60 Paesi del mondo.

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Diciotto mesi di lavoro tra preparazione, riprese e post produzione, 30 giorni di riprese, 200 ore di girato, una equipe produttiva di oltre 100 persone, 40 costui realizzati su misura, di cui 10 originali. Questi alcuni numeri sulla realizzazione della prima trasposizione al cinema mai realizzata su Raffaello Sanzio. Il film racconta la vita (e gli amori) dell’artista e analizza oltre 70 opere, di cui 40 tra le più celebri e rappresentative del grande maestro di Urbino, che qui ha il volto dell’attore Flavio Parenti

Raffaello, il principe delle arti presenta anche una ricostruzione in 3D della parete di fondo della Sistina come appariva nel 1519, prima del grandioso intervento di Michelangelo, eun capitolo speciale è dedicato ai dieci mirabili arazzi, oggi conservati nel Salone di Raffaello nei Musei Vaticani, commissionati da papa Leone X. L’operazione è stata sostenuta da Antonio Paolucci, fino al 31 dicembre scorso direttore dei Musei Vaticani, mentre le linee guida della ricostruzione sono state affidate a Vincenzo Farinella, professore associato di Storia dell’arte moderna all’Università di Pisa. “L’efficacia del film sottolinea un lavoro davvero straordinario”, dice Antonio Paolucci, “Sky ha agito con efficacia e chiarezza. È una strada che, nel nostro mestiere, bisognerebbe percorrere sempre più spesso perché la storia dell’arte diventi una materia finalmente comprensibile a tutti”.

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