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KARLOVY VARY 2017 Concorso Documentari

Another News Story: dietro le quinte dei racconti sulla migrazione

di 

- KARLOVY VARY 2017: il regista britannico Orban Wallace svela in che modo i giornalisti e i reporter catturano le immagini dei migranti che vediamo al telegiornale

Another News Story: dietro le quinte dei racconti sulla migrazione

Selezionato con il suo lungometraggio d’esordio, Another News Story [+leggi anche:
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, al Concorso Documentari della 52esima edizione del Festival internazionale del cinema di Karlovy Vary, il regista britannico Orban Wallace analizza la tragedia umanitaria che sta avvenendo nel Mediterraneo, spostando l’attenzione sulle responsabilità etiche dei giornalisti che hanno l’arduo compito di raccontare la grande crisi dei rifugiati. Siamo ormai abituati a vedere le scioccanti immagini trasmesse dalle reti televisive guidate dagli indici di ascolto, ma come vengono catturati questi frammenti di vita e cosa succede davvero dietro la telecamera?

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Another News Story inizia al confine tra Serbia e Ungheria, il 13 settembre 2015, nel campo profughi di Roszke, a 674 km dalla Germania. È notte fonda, e Richard Engel, corrispondente estero della NBC News, sta ultimando una piccola introduzione per un reportage che registrerà più tardi. Nel frattempo, i fotografi e gli altri giornalisti, sentendo aria di scoop, corrono su e giù in maniera frenetica, cercando di catturare lo scatto perfetto o registrare l’intervista che finirà in prima pagina. Il regista si sposta poi sull’isola greca di Lesbo, dove i fotografi e i giornalisti cercano di immortalare zattere e barche che trasportano centinaia di rifugiati, i quali hanno pagato i trafficanti per farli arrivare dalla Turchia alla Grecia via mare, il principale itinerario di transito per l’Unione Europea. Gran parte di questi migranti provengono dalle zone di guerra di Siria, Iraq e Afghanistan, e vengono accolti dai flash e dai microfoni dei giornalisti in cerca di una storia da raccontare o di una faccia in lacrime da trasmettere. Il documentario si muove avanti e indietro nel tempo e nello spazio, spostandosi in altri luoghi come ad esempio il campo profughi al confine macedone, dove la polizia in tenuta antisommossa cerca di contenere l’afflusso di migranti e impedisce loro di attraversare la frontiera – cercano di entrare in Ungheria passando per Budapest, per dirigersi poi verso l’Europa occidentale.

Il progetto di Wallace è cominciato sotto forma di documentario sui migranti e sul loro viaggio verso e attraverso l’Europa. Ma una volta raggiunto il confine ungherese, hanno visto un migliaio di persone che avevano appena cercato di scappare da un campo profughi, correndo nella loro direzione. Decine di conduttori televisivi lo stavano trasmettendo live. È a quel punto che hanno deciso di prendere una strada alternativa: riprendere i reporter e rivelare cosa succede dietro le telecamere. Una selezione accurata di filmati in diretta e notiziari televisivi costituiscono l’essenza di Another News Story, ma alcuni dei messaggi più forti provengono dalle esperienze degli stessi rifugiati, che parlano dei loro viaggi. Another News Story ha una narrazione su più livelli con una miriade di location, e segue diversi personaggi, documentando le radici della crescente sfiducia nei confronti dei media e le loro altalenanti posizioni in merito ai rifugiati – un giorno un atteggiamento compassionevole e solidale, il giorno dopo totalmente ostile. Ma come dice Bruno, un fotografo che ha parlato con Wallace, “Tolstoj ha detto che la felicità è universale; l’infelicità è individuale”.

Another News Story è una produzione britannica di Wislocki Films e Gallivant Film. Forse manderà su tutte le furie alcuni dei giornalisti immortalati durante le riprese del film, ma state pur certi che accenderà un vivace dibattito sull’etica giornalistica.

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(Tradotto dall'inglese)

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