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KARLOVY VARY 2017 Fuori concorso

Song of Granite: celebrare la vita con la canzone

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- KARLOVY VARY 2017: Pat Collins racconta la vita del cantante Joe Heaney, un grande della musica tradizionale irlandese, sullo sfondo di un’Irlanda in bianco e nero che lascia senza fiato

Song of Granite: celebrare la vita con la canzone

Dopo la prima mondiale nella sezione 24 Beats Per Second del SXSW Film Festival di Austin, Song of Granite [+leggi anche:
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è approdato alla selezione ufficiale del 52o Karlovy Vary International Film Festival, dove ha lasciato a bocca aperta il pubblico per la sua fotografia in bianco e nero e le soavi melodie irlandesi. Il regista Pat Collins, originario di Cork, racconta la vita e l’opera del grande cantante irlandese Joe Heaney, intrecciando il racconto con i paesaggi, la cultura e le caratteristiche tipiche della comunità gaelica, che abita la regione irlandese di Connemara.

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Molto più che un semplice biopic, Song of Granite ha più il carattere di un documentario di osservazione etnica che sfuma i confini tra finzione e realtà. La pima parte del film segue l’infanzia di Heaney, figura chiave della tradizione Sean-Nós, che poi cresce e diventa un uomo nello sperduto e poverissimo villaggio di Carna, sulla costa occidentale dell’Irlanda. Un paesaggio in bianco e nero, con un alto contrasto, costituito da montagne e campi, sono il mood di un film fortemente stilizzato che scava nell’identità culturale e nelle pratiche degli irlandesi, nel corso dell’ultimo secolo. Una scena in particolare mostra Heaney a scuola durante l’ora di religione, mentre l’insegnante indottrina gli scolari, chiedendo loro di ripetere definizioni di Dio e massime di comportamento. È in questo momento che scopre il suo amore per il canto, anche se non ama esibirsi in pubblico. Allontanandosi dal biopic tradizionale, Song of Granite è un sentito tributo alle radici di Heaney, in cui la musica fa da filo conduttore tra gli episodi del film. Gli spettatori entrano nelle case, nei pub di Londra e nei cortili irlandesi per prendere parte a questa dichiarazione d’amore del regista per la sua isola.

Il canto che attraversa il film è ipnotico e meditativo, specialmente quando le canzoni sono in irlandese. In aggiunta a questo, l’abile fotografia di Richard Kendrick esalta la funzione suggestiva e catartica della musica. L’aspetto visivo e quello sonoro riescono a catturare anche il pubblico più lontano dall’opera di Heaney, attirandolo nel magico mondo delle canzoni folk. La poliedrica personalità di Joe Heaney, aka Joe Éinniú o, in gaelico, Seosamh Ó hÉanaí, è espressa dalla sua produzione musicale ed è rappresentata nel film come una potente ma necessaria condizione per il suo successo. Un abile ed equilibrato mix di scene di finzione e immagini di repertorio danno la sensazione di incontrare Heaney in carne e ossa.

Prodotto dalla compagnia irlandese Marcie Films, Song of Granite attrarrà sicuramente l’interesse degli appassionati di Sean-Nós ma, per al suo valore artistico, rimarrà probabilmente a lungo nel circuito dei festival prima di approdare nelle sale.

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(Tradotto dall'inglese)

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