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ROMA 2017

Si muore tutti democristiani: “nasci contestatore, muori contestato”

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- Il collettivo di videomaker noto come Il Terzo Segreto di Satira fa il salto dal web al grande schermo con un film sui compromessi che prima o poi finiamo tutti per accettare nella vita

Si muore tutti democristiani: “nasci contestatore, muori contestato”

Il passaggio dal web al grande schermo non è mai un’impresa facile. Sono diversi i tentativi cui abbiamo assistito negli ultimi anni (Maccio Capatonda, The Pills, The Jackal…), alcuni riusciti, altri molto meno. Il debutto al cinema del collettivo di videomaker da 12 milioni di visualizzazioni su YouTube e noto come Il Terzo Segreto di Satira, è tra quelli riusciti. Si muore tutti democristiani [+leggi anche:
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scheda film
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, presentato alla 12a Festa del cinema di Roma, nella sezione Alice nella Città categoria 16+, è un film con una struttura, e non un insieme di sketch, con una buona storia e buone interpretazioni. Una commedia amara sui compromessi che prima o poi finiamo tutti per accettare nella vita, e su come sia facile passar sopra ai propri ideali quando ci sono di mezzo i soldi.

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Il cuore a sinistra e il portafoglio a destra, si suol dire. Enrico (Walter Leonardi), Fabrizio (Massimiliano Loizzi) e Stefano (Marco Ripoldi) hanno tra i trenta e i quarant’anni, sono amici e soci di una piccola casa di produzione che realizza video, soprattutto di matrimoni, e si barcamenano come possono tra le richieste assurde dei loro committenti e i pochi soldi che riescono a guadagnare. Il loro sogno è tornare a realizzare documentari a tema sociale, la loro vera vocazione, e l’occasione arriva con una onlus che, nella persona di un rampante e irritante “volontario” (Francesco Mandelli), offre loro una bella somma di denaro per realizzare dei filmati in Africa. Finalmente la svolta della vita: finalmente Enrico, che aspetta un bambino con la sua compagna (Valentina Lodovini), potrà permettersi una casa più grande, e un ombrello più bello; finalmente Fabrizio potrà dimostrare a sua moglie e al suo ricco suocero imprenditore di non essere un fannullone; finalmente Stefano potrà crescere, guardare avanti e smettere di continuare a vivere come uno studente fuori sede.

Non tutto fila liscio però. Prima di firmare il contratto, la onlus si vede coinvolta in uno scandalo e finisce su tutti i giornali, a quel punto i nostri eroi si troveranno davanti a un dilemma molto spinoso: accettare o no il lavoro? Meglio fare cose pulite con i soldi sporchi, o cose sporche con soldi puliti? Le posizioni dei tre amici sono diverse e contrastanti, incerte e mutevoli, e gli autori del film (il collettivo è composto da Davide Rossi, Andrea Mazzarella, Pietro Belfiore, Davide Bonacina e Andrea Fadenti, qui aiutati in sceneggiatura da Ugo Chiti) utilizzano l’arma che sanno usare meglio, ovvero la satira, per rappresentare lo stallo sociale e politico in cui viviamo, il decadimento dei valori della sinistra e la disparità tra ciò che siamo da giovani e ciò che diventiamo da grandi, quando è il momento di confrontarsi con la dura realtà della vita. Un film sobrio, in parte autobiografico (“ci era arrivata una proposta simile che ci aveva fatto discutere”, hanno ammesso gli autori), un film divertente ma che non vuole strappare risate a tutti i costi e che punta dritto all’obiettivo con la giusta ironia: una piccola grande sorpresa della Festa di Roma 2017.

Prodotto da Beppe Caschetto per Ibc Movie con Rai Cinema, e con la produzione esecutiva di Rita Rognoni (Pupkin Production), Si muore tutti democristiani uscirà nelle sale italiane nella primavera del 2018 con 01 Distribution.

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