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FILM / RECENSIONI

Quando sei nato non puoi più nasconderti

di 

- "'Quando sei nato non puoi più nasconderti' è davvero un cognome africano... Ed è il nome reale di un clandestino..."

"Quando sei nato non puoi più nasconderti" è davvero, come viene detto anche nella pellicola, un cognome africano, lì c'è l'abitudine a dare come cognomi dei concetti. Ed è il nome reale di un clandestino che ho incontrato e intervistato" (Marco Tullio Giordana)


Una barca a vela fende veloce l'acqua nel buio della notte, un ragazzino sulla prua barcolla e cade in mare, annaspa, resiste, poi viene inghiottito dalla scura profondità marina. Aiutato da braccia sconosciute, riemerge, simbolicamente rinasce da quel liquido amniotico.

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E' la scena più bella e preziosa di Quando sei nato non puoi più nasconderti [+leggi anche:
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intervista: Marco Tullio Giordana
intervista: Riccardo Tozzi
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, la sequenza intorno alla quale ruota l'idea del film: affidare agli occhi di un bambino il compito di stupirsi di fronte al mondo, così come ci stupiamo di fronte al cinema. Marco Tullio Giordana prende a pretesto, per raccontare la crescita morale del giovanissimo protagonista, il fenomeno che più sta segnando la nostra epoca: la migrazione di migliaia di persone verso le nostre coste in cerca della terra promessa. Accoglienza e rifiuto, solidarietà e diffidenza, tolleranza e razzismo, ospitalità e disprezzo, consumi e marginalità, cittadini del mondo ricco e nuovi barbari. Noi e loro. E' solo la versione italiana di un problema mondiale. Un problema non più inedito, che ha già prodotto una massa di immagini di cronaca e cinematografiche che hanno colmato il nostro immaginario di una retorica alla quale bisogna sfuggire. Proprio per questo, nei giorni di Cannes - dove il film, ispirato all'omonimo libro inchiesta di Maria Pace Ottieri, è stato presentato in concorso - la critica francese e quella americana non sono state tenere con Giordana. Accusato di scegliere l'evidenza contro la suggestione, di essere poco coraggioso nei suoi slanci, di cadere nella trappola del didatticismo, di non mantenere le promesse, di rincorrere dei cliché. E se pure questi giudizi possono risultare appropriati - il film è discontinuo e spiazzato - la regia e la sceneggiatura non miravano ad illustrare dei luoghi comuni, ma a renderne evidente la prevedibilità.

Al centro del film - splendidamente fotografato da Roberto Forza - resta solo il giovane Sandro Lombardi, interpretato da un Matteo Gadola dotato di intensa severità. Sandro potrebbe essere un nipotino della famiglia Carati della Meglio gioventù [+leggi anche:
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. In lui scopriamo le caratteristiche morali propri dei personaggi del film di Giordana del 2003: la stessa voglia di agire, senza rassegnarsi ai pregiudizi e piegarsi agli stereotipi. Sandro è un tredicenne della Brescia ricca che cade in mare durante una crociera e come in "Capitani coraggiosi" di Kipling viene salvato dai clandestini di una carretta dei mari diretta verso le coste italiane. Radu e la sorella Alina, due migranti giovani come lui, entrano nella sua vita. Dopo quel viaggio il ritorno a casa non potrà più essere la dolce vita di prima.

Lo sguardo del ragazzo si perde, e interviene quello più "convenzionale" e politico degli autori Stefano Rulli e Sandro Petraglia, sulla gente del Nord, la schizofrenia di un razzismo inconsapevole, di una energia che si ottunde con la paura. La Brescia del film è la città più multietnica d'Italia, quella che ha fatto i conti per prima con il problema dei migranti, che ha capito subito che la forza lavoro degli stranieri era una risorsa indispensabile. Brescia al contempo generosa, ottusa, operosa, gretta, sensibile, volgare, solidale. Ma in Quando sei nato non puoi più nasconderti non c'è il mostruoso senso di colpa che grava su Niente da Nascondere [+leggi anche:
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intervista: Margaret Menegoz
intervista: Michael Haneke
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di Michael Haneke. Qui c'è solo Sandro che impara una "lingua" del tutto nuova, diversa da quella familiare. Che riconosce delle persone in quelle che considerava solo presenze. Che capisce che l’amicizia è un lusso e che integrazione e convivenza sono soltanto due belle parole. E che scopre il diritto di non nascondersi, una volta che si sia nati.

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