01/09/2007

"Cher Marco, Venezia ha già onorato molti dei miei film e ho anche ricevuto un Leone d'Oro alla carriera. Non vorrei che si pensasse che io conti di allestire un allevamento di leoni. Solo le mie condizioni di salute, molto precarie, mi impediscono di essere con voi e di accompagnare Astrée et Celadon portati dal vento che adoro tanto filmare e che forse sentirete passare sulla laguna". Firmato Eric Rohmer.

E' fresco e leggero il vento menzionato nel messaggio del maestro francese al direttore della Mostra Marco Mueller e passa sulla Laguna oggi per andare subito a dar refrigerio alle sale. Gli amori di Astra e Céladon [+leggi anche:
trailer
scheda film] esce infatti oggi in Italia (distribuito da BIM) e in Francia il prossimo mercoledì, tentando allo stesso tempo di ammaliare la giuria della selezione ufficiale.

Impresa non facile per una coproduzione tra Francia, Spagna e Italia (Rezo, Alta e BIM) da 2,5 milioni di euro talmente impalpabile e carico di sottilissimo erotismo da sembrare un sogno pomeridiano. Il regista 87enne - Leone d'Oro nel 1986 con Il raggio verde, infatti ha scelto di puntare su un film in costume, una storia d'amore e di fedeltà ambientata nel V secolo, tratta da un classico della letteratura barocca del XVII secolo firmato da Honoré d'Urfé, protagonisti Andy Gillet e l'esordiente Stéphanie de Crayencour nei panni degli due amanti del titolo.

Rohmer ha adattato il testo senza modificare i dialoghi estremamente moderni e conservando gli anacronismi che descrivono una Gallia immaginaria che mescola cristianesimo e mitologie dell'antichità, desiderio e paesaggi bucolici. Il tutto ricondotto sempre nelle forme e motivi geometrici che hanno caratterizzato il cinema di questo regista hitchcockiano.