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PRODUZIONE Italia

Il mondo in Bianco e Nero di Cristina Comencini

di 

A James Watson - il premio Nobel scopritore della struttura del Dna che nell'ottobre scorso aveva scatenato un vespaio affermando che i neri africani sono meno intelligenti dei bianchi occidentali - consigliamo il nuovo film di Cristina Comencini, Bianco e Nero [+leggi anche:
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, commedia leggera sul tema del razzismo e dei pregiudizi, una sorta di Indovina chi viene a cena? italiano aggiornato al 2008.

Prodotto da Cattleya e Rai Cinema e distribuito da venerdì in 250 copie da 01, il film racconta di un giovane informatico (Fabio Volo), sposo di una ragazza (Ambra Angiolini) che lavora per un'organizzazione umanitaria che si occupa dell'Africa, che si innamora della bellissima e anticonformista moglie senegalese (Aïssa Maïga) di un intellettuale che collabora con l'organizzazione (Eriq Ebouaney).

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"Ho deciso di giocare coi pregiudizi che appartengono a tutti noi", spiega la regista, "e all'inizio pensavamo che fosse pericoloso, difficile e politicamente scorretto fare una commedia sull'argomento. Tutte le coppie miste che conosco, del Ruanda, del Congo, del Senegal, affrontano i pregiudizi con molta ironia, senza tragedie. E ci siamo convinti a non fare un film drammatico perché è impossibile arrivare alla verità senza leggerezza".

In realtà il mondo raccontato dal film è quello della borghesia più ipocrita, dei cocktail in ambasciata, degli africani con 10 carte di credito, con un fugace squarcio sul mondo dei veri emarginati a causa del colore della pelle. Ma il film è "sponsorizzato" dall'AMREF (African Medical and Research Foundation) che suggella le buone intenzioni della cineasta e delle giovani co-sceneggiatrici Giulia Calanda e Maddalena Ravigli.

E a confermare che il razzismo serpeggia anche nel mondo dell'industria cinematografica, Comencini denuncia: "Per i nostri due protagonisti di colore non siamo riusciti a trovare sponsor: in tutti i film maggiori gli interpreti principali sono vestiti dalle case di abbigliamento. E invece per loro nulla. Eppure nelle pubblicità le donne nere vengono spesso utilizzate. Come simbolo erotico e oggetto sessuale". In serata arriva la smentita di Marina Marzotto, amministratore delegato di Propaganda GEM, una delle società più coinvolte nel campo del product placement: "Non è una questione di pelle, ma di fama. A differenza degli Stati Uniti e della Francia noi non abbiamo attori neri noti al grande pubblico".

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