17/04/2008

Con il biglietto da visita di 900.000 biglietti venduti in Francia dall'uscita il 12 marzo scorso, arriva nelle sale italiane venerdì in 200 copie (distribuite da Medusa) L'ultima missione [+leggi anche:
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scheda film] (t.o. MR 73) di Olivier Marchal, ultimo capitolo della trilogia noir composta anche da Gangster (2002) e 36, Quai Des Orfèvres [+leggi anche:
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scheda film] (2004). "Una trilogia della solitudine e redenzione", spiega il regista, a Roma per presentare il film. "Ma L'ultima missione è una storia che avevo dentro da trent'anni e che ho tratto da episodi reali". E c'è da credergli, visto il suo passato nella brigata criminale della polizia di Versailles. "Solo grazie al grande successo di 36 ho potuto girare questo film duro e spietato, che rispecchia la mia visione della vita".

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L'ultima missione, che inizia sulle note di "Avalanche" di Leonard Cohen con il poliziotto Daniel Auteuil nel pieno della sua personale discesa all'inferno, spinge maggiormente il pedale sul thriller-horror rispetto a 36 (interpretato sempre da Auteuil, con Gérard Depardieu) e non risparmia scene truculente in una contorta caccia al serial killer. "Daniel è un attore con un approccio istintivo al personaggio, che ha voluto studiare nei dettagli, incontrando persino un esperto di alcolismo", precisa Marchal, che prima di essere un regista è soprattutto un attore e ha dunque intrecciato un rapporto di identificazione con Auteuil.

Però ora Marchal vuole affrancarsi dal cinema "polar" e pensa ad una storia senza pistole e assassini: " Protagonista è sempre un flic, ma ritiratosi a fare la guardia del corpo-chaffeur di una ricca bambina che va dallo psicanalista dopo il suicidio della madre. Un incontro tra solitudini. Si, ancora un noir, ma pieno di sentimento. E l'idea me l'ha data proprio un autista di vip".