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Hana Jušić • Regista

Intervista

VENEZIA 2016: La regista croata Hana Jušić presenta la sua opera prima, Quit Staring at My Plate, alle Giornate degli Autori

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(In inglese)

La regista croata Hana Jušić presenta la sua opera prima, Quit Staring at My Plate [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Hana Jušić
scheda film
]
, alle Giornate degli Autori della 73ma Mostra di Venezia, su una giovane donna oppressa dalla sua famiglia e alla ricerca disperata di una boccata di ossigeno.

Le origini del film
Hana Jušić: Il film nasce da due idee. La prima riguarda la protagonista: la mia intenzione era proprio quella di fare un film su una protagonista femminile come Marijana, che dall'esterno appare in qualche modo fragile, non molto forte, ma dentro di sé possiede una forza interiore che lei stessa scoprirà di avere durante il film. La seconda idea riguarda la mia città di origine, Šibenik, che è stata scelta come location del film; si trova nel sud della Croazia, nella regione della Dalmazia. Volevo fare un film su questa città e in qualche modo sulla mentalità delle persone che ci vivono, infatti avevo in mente i personaggi della sua famiglia ormai da tempo e volevo inserirli nel film, perciò ho messo insieme la famiglia, la città e la ragazza su cui volevo fare un film e ho inventato una storia su di loro.

La famiglia come prigione
La storia parla di questo padre tirannico, di una madre e un fratello piuttosto comici, a dire il vero gli elementi più comici del film, in qualche modo infantili. Poi c'è il personaggio di Marijana, che all'inizio può sembrare un personaggio piuttosto semplice, ma quando il padre si ammala deve subentrare al suo posto, lei che è solo una ragazzina a cui all'inizio nessuno presta attenzione, deve prendere il posto del capofamiglia. Un po' come Michael Corleone, ma non riuscirà a ricoprire del tutto questo ruolo, mentre il fratello non saprà accettarla come figura autoritaria anche se è lei che porta avanti la famiglia.

Le fonti di ispirazione
Ho cercato la mia ispirazione non nelle persone della vita reale, ma nei personaggi femminili di alcuni film, come Fish Tank di Andrea Arnold o Un gelido inverno, il film che ha reso famosa Jennifer Lawrence, e in questo genere di personaggi femminili dal carattere forte.

Tra il grottesco e il realistico
Questa combinazione di grottesco e realistico è un terreno estremamente scivoloso e ambiguo, un campo minato. Ho sempre voluto essere un po' provocatoria e strana, ma se cadi troppo nel grottesco i personaggi non sono più credibili e tutto appare come un fumetto, mentre se cadi troppo nel realismo, tutto diventa troppo tetro e triste, troppo cupo e insostenibile. Ho cercato di trovare il giusto equilibrio tra questi due stili, a volte ci sono riuscita, a volte un po' meno, ma va bene così. 

Le scelte estetiche
C'è sempre stata una stretta collaborazione con la direttrice della fotografia Jana Plećaš, abbiamo realizzato tutti i cortometraggi assieme, abbiamo gusti molto simili su ciò che è bello e ciò che è brutto. Šibenik è una città piuttosto turistica, con un centro rinascimentale e attrae molti turisti, ma la nostra intenzione era quella di mostrare cose che di solito i turisti non colgono, poiché entrambe abbiamo pensato che fossero molto più interessanti. Abbiamo scelto di raccontare questo sud del Mediterraneo rumoroso, sporco e soffocante anziché la bellezza delle piazze rinascimentali che spesso risultano piuttosto noiose al pubblico.

Il titolo
Il titolo fa riferimento a una canzone del sud della Croazia in cui appunto si dice "non voglio che gli altri guardino nel mio piatto", poiché la gente in questa regione della Croazia è molto ficcanaso e tutti vogliono sapere tutto dei propri vicini, è davvero pettegola. Tutti guardano cosa succede in strada e attraverso le finestre delle altre case, cosa stanno mangiando gli altri e tutti sanno tutto di tutti. Marijana vuole che gli altri la lascino in pace e che la sua famiglia, i suoi vicini e la sua città la lascino semplicemente vivere la sua vita.

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