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Italia

Francesca Delise • Venditrice, Illmatic Film Group

“È questo che vogliamo fare: lavorare di qualità, con film da festival e riuscire a posizionarli nel circuito vendita”

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- Abbiamo scoperto più nel dettaglio le attività della giovane società di produzione e vendita italiana, il catalogo in rapida espansione e di come la professione dell’agente vendita sta cambiando

Francesca Delise • Venditrice, Illmatic Film Group

Abbiamo colto l'opportunità di intervistare Francesca Delise, capo delle vendite presso la giovane società romana Illmatic. Durante la nostra conversazione, abbiamo parlato delle attività di produzione e vendita dell’azienda, del catalogo di titoli disponibili e degli sviluppi del ruolo degli agenti vendita nel contesto europeo.

Cineuropa: Potrebbe parlare della politica editoriale di Illmatic?
Francesca Delise: Illmatic nasce circa tre anni fa. Si tratta di una società molto giovane ma competitiva. Il core business è stato inizialmente la produzione di videoclip di artisti come i Måneskin, Blanco e dei rapper più noti sulla scena italiana. Questo core business ha portato Jacopo Pica ad aprirsi al mondo del cinema, iniziando con la produzione di cortometraggi. Adesso abbiamo finito il nostro primo lungometraggio horror, Resvrgis di Francesco Carnesecchi.

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Esattamente. Abbiamo partecipato a quel film in corsa. [..] L’abbiamo venduto a Netflix per tutto il mondo e adesso siamo al 100% su questo progetto, appena chiuso. Contestualmente, un anno e due mesi fa mi è stato offerto da Jacopo di aprire il reparto vendite internazionali. Abbiamo fatto la pazzia di dare una linea editoriale ex novo. Ad oggi, abbiamo acquisito una ventina di titoli in un solo anno. I film stanno andando bene. Qualche titolo è stato a Venezia – per esempio, I nostri fantasmi [+leggi anche:
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di Alessandro Capitani l’abbiamo venduto anche a Showtime in America, diventando così i primi italiani a concludere una vendita con il network americano. Avevamo anche un piccolo film a Biennale College, il quale sta ricevendo discreti consensi, ovvero Come le tartarughe [+leggi anche:
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, opera prima di Monica Dugo. Abbiamo avuto un documentario a Tallinn, The Invitation di Fabrizio Maltese. Inoltre, abbiamo appena concluso un accordo con 102 Distribution. Abbiamo preso dei loro titoli in vendita. Tra questi c’è Presencias di Luis Mandoki, portato a Ventana Sur insieme ad altri film. Siamo stati all’AFM e stiamo frequentando tutti i mercati. Insomma, nel nostro piccolo ci stiamo muovendo – siamo appena nati e non possiamo contare ancora su grossi budget per minimi garantiti – ed è questo che vogliamo fare: [ovvero] lavorare di qualità, con film da festival e riuscire a posizionarli nel circuito vendita.

In quanti siete a gestire le vendite?
Nel reparto vendite, siamo io e Francesco [Moccia], il quale fa da assistente sulle vendite e si occupa dei festival. Abbiamo un ragazzo ai materiali, Gabriele [Fabbri], una coordinatrice, Beatrice [Guglielmi], più Jacopo [Pica] e Camilla [Pica] che si occupa dell'amministrazione. Siamo in cinque.

In parte ha già risposto a questa domanda. Investite a partire dalla produzione in nuovi titoli?
Te la dico tutta. Resvrgis di Carnesecchi l’abbiamo fatto senza fondi ministeriali. Abbiamo partecipato come produttori e trovato in corsa due coproduttori, Red Carpet di Iervolino & Lady Bacardi Entertainment e Beetlefilm.

Siete una società molto giovane, è vero, ma com’è cambiato il vostro lavoro negli ultimi due anni?
Personalmente, vengo da dieci anni di esperienza pregressa. Illmatic nasce dopo la pandemia quindi stiamo lavorando come se non ci fosse stata e stiamo provando a dimenticarla. Di certo, sono cambiati i minimi garantiti, sono scesi drasticamente. Adesso c’è nuovo bisogno di contenuto anche se c’è un sovraffollamento. La produzione è ripartita fortissima. Tutti devono produrre, tutti avevano progetti in cantiere… Si è aperta tantissimo la produzione e questo vuol dire che noi venditori siamo pieni di roba e siamo spesso ridotti a chiudere dei “package deal” che portano sì soldi immediati, ma se poi vai a guardare le ripartizioni queste non sono equiparabili ad una vendita singola di qualche anno fa. Secondo me, sopratutto per i venditori di film di cinema indipendente, le cose cambiano di anno in anno. Ricordo quando ho iniziato nel 2012: c’erano cifre che si sono poi dimezzate in cinque anni.

Per quanto riguarda il ruolo dell’agente vendita in senso stretto, come sta cambiando il vostro lavoro?
Dobbiamo sicuramente essere più preparati in ambito piattaforme e distribuzione digitale. Dobbiamo stare attenti ai cambiamenti del mercato. Questo, secondo me, comporta uno studio fuori dal lavoro: vedere cosa va, cosa non va… Purtroppo le otto ore che abbiamo in ufficio non sono mai abbastanza. In questo caso ho accettato una responsabilità [importante] quindi quando poi porti avanti i tuoi progetti ottieni delle soddisfazioni ma hai anche tantissimo da fare. Siamo un team giovanissimo, con menti elastiche ma vanno anche formate su diversi aspetti.

Come lavorate in termini di diversità di voci e contenuti nonché all’interno della vostra società?
All'inizio abbiamo lavorato tantissimo con documentari improntati sul sociale. Erano più facili da acquisire. Adesso stiamo provando a buttarci un po’ più sul commerciale perché bisogna ovviamente far cassa. Tentiamo comunque il più possibile di dar voce a registi di opere prime e tentiamo di portarli avanti seguendo i loro progetti successivi, creando fidelizzazione e fiducia per formare una scuderia di talenti. Stessa cosa con i produttori: cerchiamo di creare dei rapporti preferenziali. Adesso stiamo lavorando molto bene con i Manetti Bros, abbiamo preso due loro film e uno è stato recentemente presentato a Torino – ovvero il ritorno di Pappi Corsicato sul lungometraggio, Perfetta Illusione. Non le posso dire che stiamo tentando di costruire una linea editoriale con un’unica direzione. Cerchiamo di differenziare il più possibile l’offerta in modo tale da intercettare un bacino d’utenza il più largo possibile.

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