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“Per noi produttori d’animazione, fare scouting di nuovi talenti è fondamentale”

Rapporto industria: Animazione

Cristian Jezdic • CEO, beQ Entertainment e Vice-Presidente, Cartoon Italia

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Al Cartoon Springboard di quest’anno, il produttore ci ha parlato dei giovani talenti dell’animazione e dello stato del settore in Italia

Cristian Jezdic • CEO, beQ Entertainment e Vice-Presidente, Cartoon Italia

Cineuropa ha incontrato a Madrid, nel corso dell’edizione di Cartoon Springboard di quest’anno (25-27 ottobre), il produttore italiano Cristian Jezdic, CEO e fondatore di beQ Entertainment nonché vicepresidente di Cartoon Italia, ambasciatore italiano degli European Animation Awards e membro del team del settore animazione dei MIA di Roma. Con Jezdic, abbiamo discusso dei giovani talenti, dei punti di forza e debolezza dei loro pitch e dello stato dell’animazione italiana.

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Cineuropa: Per incominciare, volevo chiederle di illustrare le sue attività principali in ambito animazione e audiovisivo e quelle della sua società...
Cristian Jezdic: Ho iniziato facendo l’artista 3D e lavorando per una società chiamata Locomotion, il primo gruppo 3D in Italia a fare cinema di un certo livello. Cito soltanto alcuni titoli sui quali abbiamo lavorato: da Cantando dietro i paraventi [+leggi anche:
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di Ermanno Olmi a La leggenda del pianista sull’oceano di Giuseppe Tornatore, nonché i film di Aldo, Giovanni e Giacomo e Gabriele Salvatores. Dopodiché, mi sono specializzato nella supervisione sul set, soprattutto di spot pubblicitari. Poi ho fatto un salto quantico diventando un produttore d’animazione, perché questa è alla fine la mia passione. La mia società, beQ Entertainment, è stata fondata nel 2018. Si occupa prevalentemente di produzione esecutiva di serie d’animazione e special TV animati. Stiamo lavorando anche sullo sviluppo di alcuni lungometraggi d’animazione. Un’altra parte della società, intanto, continua ad occuparsi di effetti speciali per pubblicati, cinema e televisione: questa è la nostra attività principale. Un’altra ancora si occupa di IP: facciamo sia IP scouting, sia IP creation. Le IP le creiamo sia come adattamento da libri – per esempio, l’ultimo progetto che abbiamo presentato al Cartoon Forum di quest’anno, Jack the Red, è un adattamento di un libro pubblicato da Mondadori e Il battello a vapore intitolato Jack il rosso. Invece, altre produzioni sono serie originali, come ad esempio Syncro 5, in sviluppo con uno sceneggiatore Bonelli molto importante, Bepi Vigna, uno dei creatori di Nathan Never.

Perché Cartoon Springboard può essere una piattaforma importante per i nuovi talenti e gli operatori del settore?
Cartoon Springboard, a differenza di Cartoon Forum, è dedicato ai giovani talenti. Per noi produttori d’animazione, fare scouting di nuovi talenti è fondamentale. Intanto, è utile per non cadere nei cliché della produzione. Si parla sia di formarli, sia di produrli. Come sa, stiamo vivendo un momento di trasformazione molto profondo nella fruizione dei contenuti. Ci sono piattaforme molto diverse oggi, dove i bambini e i ragazzi vanno a prendersi i contenuti. Ne cito due: Roblox e TikTok. Sono piattaforme che fanno numeri spaventosi di visualizzazioni, anche confrontate con YouTube che già incomincia ad essere considerata una piattaforma “tradizionale”, per assurdo. [..] In questi giorni, ho visto delle cose molto interessanti, nuove, che difficilmente vedremmo in un ambito più formale e professionale come quello del Cartoon Forum.

In generale, quali sono di solito i punti di forza e quelli di debolezza di questi pitch?
I punti di forza sono sicuramente legati all’innovazione. Oggi abbiamo visto un paio di progetti veramente innovativi da un punto di vista semantico, narrativo e visivo. C’è una freschezza, un’intuizione che spesso manca al mondo professionale perché molto legato ai formati dei canali lineari. C’è è questa voglia di espressione dei giovani autori che alle volte manca in termini di autenticità ai professionisti, i quali creano prodotti più standardizzati e con dei cliché molto più evidenti. I giovani autori hanno necessità di esprimersi e di far capire al mondo il loro punto di vista ma anche le loro debolezze, le loro paure e le loro aspirazioni. Quindi diventano dei modelli molto interessanti per i target di riferimento, prevalentemente prescolare, kids e bridge. I punti di debolezza dei loro pitch non sono necessariamente un problema e sono legati sopratutto all’inesperienza. Spesso i giovani professionisti si cimentano in ruoli che non dovrebbero competergli ma è abbastanza impensabile che dentro una sola persona, una sola professionalità possa esserci tutto: dall’animatore al disegnatore, dal soggettista al regista, e così via. Sono molto rare quelle figure one-man-band e nella nostra professione ormai da molti anni si mira sempre di più ad una verticalizzazione molto specifica delle mansioni.

Ricopre anche la carica di vicepresidente di Cartoon Italia. Come giudica lo stato odierno dell’animazione italiana? Quali sono le aree che necessitano migliorie nel lungo termine?
L’animazione italiana è in grande salute. Stiamo crescendo moltissimo grazie all’intervento della Legge Cinema del governo precedente. Per esempio, il tax credit al 40% ha permesso di riportare la proprietà intellettuale delle produzioni agli italiani, i quali prima per problemi di budget erano costretti a cedere la maggioranza delle loro property ai coproduttori francesi o di altri paesi. Questo ci ha permesso di crescere molto. Un dato: nove anni fa Cartoon Italia era composta da 12 soci. Oggi siamo 42 e rappresentiamo il 99% della produzione animata italiana. La serialità, in particolare, va molto bene. Quello, invece, su cui stiamo lavorando è il lungometraggio animato perché in Italia un produttore d’animazione intenzionato a produrne uno letteralmente non sa a che porta bussare. Non ci sono fondi specifici. Dal canto suo, la Rai non produce direttamente film d’animazione per ragazzi e lo fa rarissimamente per gli adulti. Rai Kids non ha questo mandato, anche se quando i produttori vogliono lavorare su un film d’animazione per ragazzi, cerca in qualche modo di aiutare ma il supporto non è assolutamente sufficiente a coprire i budget importanti di un lungometraggio.

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