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“La più grande paura di un produttore è quella di dover sostenere costi aggiuntivi, ma questo spesso non è giustificato”

Rapporto industria: Iniziative green e sostenibilità

Luca Ferrario • Direttore, Trentino Film Commission

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A Tallinn abbiamo incontrato il professionista italiano per parlare dei primi risultati raggiunti da Green Film e di come lo strumento intende espandere la sua portata e il suo impatto

Luca Ferrario • Direttore, Trentino Film Commission

Il 24 novembre Industry@Tallinn ha ospitato un evento di un giorno intitolato “Seminario sullo sviluppo delle capacità: Sostenibilità nell'industria audiovisiva". Una nutrita schiera di relatori europei ha presentato i progressi compiuti e le idee innovative per facilitare la creazione di un settore cinematografico e mediatico più verde e sostenibile. A Tallinn abbiamo incontrato Luca Ferrario, direttore della Trentino Film Commission, per parlare degli ultimi sviluppi del Green Film, uno strumento che incoraggia i produttori a ridurre il loro impatto ambientale ottenendo una certificazione. Il Green Film, infatti, è già stato adottato e sostenuto da diversi fondi europei regionali e nazionali. Nel corso della presentazione che ha preceduto l'intervista, Ferrario ha parlato delle recenti linee guida per la realizzazione di documentari (pubblicate a giugno in collaborazione con Doc/it); del processo di raccolta dati (di cui si parla più avanti come "Research Lab"), i cui risultati saranno pubblicati l'anno prossimo e sostenuti dal Ministero della Cultura italiano; della partecipazione di Green Film al Green Film Lab, un workshop sostenuto da Creative Europe e gestito in collaborazione con il TorinoFilmLab e l'EAVE (il prossimo si terrà a Reykjavík dal 7 al 9 dicembre).

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Cineuropa: Innanzitutto, come funziona il Green Film? Chi sono i suoi utilizzatori finali?
Luca Ferrario: Green Film mira a fornire ai produttori istruzioni chiare sulle azioni da intraprendere per cambiare le pratiche di lavoro durante la produzione. È uno strumento inclusivo e di facile utilizzo che mira a coinvolgere il maggior numero possibile di produttori europei, rendendo le coproduzioni ambientalmente sostenibili. Si basa su criteri universali di sostenibilità legati ad aree di interesse ben definite: risparmio energetico, alloggio, trasporto, ristorazione, materiali, smaltimento dei rifiuti e comunicazione. [...] È inoltre a disposizione di enti e istituzioni come fondi cinematografici, film commission, broadcaster e altri soggetti che potrebbero voler utilizzare il Green Film come strumento per incoraggiare i produttori a lavorare in modo più sostenibile.

Potresti citare alcune produzioni recenti che hanno implementato il Green Film? Quali sono i benefici e i risultati ottenuti?
Tra le ultime uscite italiane, le produzioni certificate Green Film sono Diabolik 2 [+leggi anche:
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, dei Manetti Bros, Educazione fisica [+leggi anche:
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di Stefano Cipani e La California [+leggi anche:
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di Cinzia Bomoli. In Danimarca, invece, è stata realizzata la prima edizione certificata Green Film di Dancing with the Stars. Il numero di produttori che scelgono questo strumento per ridurre il proprio impatto è in aumento, e questa crescita è guidata anche dall'introduzione di incentivi specifici da parte di fondi nazionali e regionali. Una volta entrati nel sistema, non ne escono più. Stiamo assistendo a un graduale cambiamento di mentalità e, alla fine del nostro Research Lab, saremo in grado di quantificare i benefici, compresi quelli relativi alle emissioni di CO2.

Come state collaborando con altri progetti europei che perseguono obiettivi simili?
È in corso un'armonizzazione dei diversi progetti europei, con Eurimages e Creative Europe che gestiscono gruppi di lavoro a questo scopo, e Green Film vi partecipa. Il riconoscimento che abbiamo ricevuto da Italian Film Commissions, Cineregio e ISPRA, comunque, ci dà grande "solidità".

Quali sono le principali sfide che state affrontando per quanto riguarda l'implementazione dello schema e la sensibilizzazione del settore?
La sfida principale è probabilmente il numero molto limitato di fornitori affidabili che offrono soluzioni a basso impatto. La paura più grande di un produttore è quella di dover sostenere costi aggiuntivi, ma spesso non sono giustificati. Anche se può essere necessario spendere di più rispetto a un approccio produttivo tradizionale, in molte altre aree si può risparmiare sia in termini di impatto ambientale che di budget. Abbiamo anche capito che è molto importante creare consapevolezza sul ruolo del green manager, un esperto di sostenibilità incaricato di definire le strategie di sostenibilità della produzione. Prima vengono coinvolti nella fase di sviluppo e pre-produzione, meglio è per i produttori se vogliono ridurre i costi e proteggere l'ambiente.

E la vostra visione a lungo termine?
I nostri prossimi passi sono la definizione delle linee guida da implementare nel settore dell'animazione e la presentazione dei risultati del nostro Research Lab. In futuro vorremmo includere delle linee guida che coprano l'intero processo di produzione, dallo sviluppo alla distribuzione, poiché per il momento si concentrano solo sulla riduzione dell'impatto delle riprese. Vorremmo ampliare l'impatto di Green Film su altri aspetti della sostenibilità, come la sostenibilità economica e sociale. Abbiamo già avviato un gruppo di lavoro internazionale, composto da enti che collaborano con Green Film, produttori e manager verdi, che si propone di implementare le nostre linee guida su base biennale.

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(Tradotto dall'inglese)

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