Nel clima di rapido progresso tecnologico che caratterizza il cosiddetto “baby business”, fenomeno in rapida espansione, è forse opportuno mettersi nei panni dei pazienti e fermarsi un po’a riflettere. Coppie con problemi di infertilità, donne in carriera che hanno voluto sfidare l’orologio biologico e la comunità omosessuale, solo per citare qualche esempio, possono ora ottenere ciò che in precedenza era considerato impossibile, pagando delle cifre esorbitanti per un potenziale insuccesso. Il film esplora un’intera settimana nella vita di un gruppo di donne e dei loro donatori, durante la quale si preparano ai trattamenti di fecondazione assistita in una clinica privata americana. Attraverso questa analisi il film pone dei dubbi. E se ci fosse qualcosa di sbagliato nell’utilizzare la medicina per arrivare al concepimento? E se i creatori delle tecniche di riproduzione assistita perdessero il controllo, percorrendo la stessa strada che qualsiasi artista di successo potrebbe seguire? Questi designer di bambini del futuro non rischiano forse di diventare gli artefici della loro caduta e allo stesso tempo di decretare potenzialmente la fine della sopravvivenza della nostra specie?