Frédéric Corvez • Venditore
UMEDIA: le promesse del cinema d'autore
Creata nel 2004, la società francese UMEDIA si è lanciata due anni fa
nelle vendite internazionali, con titoli selezionati a Venezia (With a
girl of black soil e Puisque
nous sommes nés nella sezione Orizzonti nel 2007 e 2008), Berlino
(Night and Day di Hong Sangsoo in concorso l'anno scorso e Rachel [+leggi anche:
trailer
scheda film] di Simone Bitton al Forum
quest'anno) e Cannes (Dernier
Maquis alla Quinzaine des réalisateurs 2008, Lost Persons Area [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film] della belga
Caroline Strubbe e Whisper With the Wind di Shahram Alidi alla
Settimana della Critica 2009), senza dimenticare Mascarades [+leggi anche:
trailer
scheda film] di Lyes Salem.
Cineuropa: Perché avete deciso di coprodurre e di vendere The Famous
and the Dead del brasiliano Esmir Filho, selezionato in concorso al
prossimo festival di
Locarno (dal 5 al 15 agosto 2009)?
Frédéric Corvez: Penso che Esmir Filho faccia parte dei giovani
registi talentuosi che faranno carriera. Questo film parla di un Brasile
sconosciuto, lontano dalle caricature, dalle favelas, dalla criminalità e
dalla samba. L’azione si svolge nel sud del paese, nella foschia, e potrebbe
trattarsi di uno Stato americano. E' un film sulla gioventù internazionale e
sulla voglia di diventare adulti, con un adolescente fan di Bob Dylan,
connesso a Internet, che ha voglia di confrontarsi con il mondo e che si
sente un po' a disagio nella sua adolescenza, nella sua famiglia e nel suo
villaggio. Si tratta della nostra prima coproduzione su sceneggiatura e
abbiamo ricevuto il sostegno del Fondo Sud.
Qual è la strategia di sviluppo di UMEDIA?
Ci occupiamo di meno di otto film all'anno. Il nostro listino privilegia il
cinema d'autore con film indipendenti di piccolo o medio budget, quasi tutti
lanciati a Cannes, Venezia, Berlino, San Sebastian, Toronto e Locarno, ma
che hanno anche l'ambizione di trovare un pubblico, uno sbocco commerciale.
Abbiamo il cinema francese ovviamente, ma anche film asiatici,
nordamericani, sudamericani e anche africani. UMEDIA difende il cinema del
mondo, i giovani autori di cinematografie dalla produzione limitata. Non
tutti questi film sono destinati a essere venduti in 50 territori, ma
viaggiano sempre almeno in cinque-dieci paesi. In coproduzione, ci
proponiamo di occuparci di uno o due film all'anno, arrivando a compiere
anche una missione sempre più richiesta ai venditori internazionali: quella
di partecipare al finanziamento del film mettendoci noi stessi dei soldi o
aiutando i produttori a trovare altri partner in Francia o all'estero.
Qual è la vostra analisi della congiuntura dei mercati mondiali, in
particolare delle prevendite che sono sempre più difficili quando il film
non ha un grosso cast?
Questo è vero, ma certi film, comprese le piccole produzioni e le opere
prime, continuano ad attirare le proposte dei distributori anche sulla base
della sceneggiatura e dei trailer. Lo abbiamo sperimentato recentemente con
la coproduzione franco-libano-tedesca Chaque jour est une fête
(Every Day is a Holiday) di Dima El-Horr, che appartiene a una
categoria di film che hanno buon mercato, come Les citronniers [+leggi anche:
trailer
scheda film] o La visite de la fanfare [+leggi anche:
trailer
scheda film]. Ma
puntiamo anche su altri film in post-produzione, in particolare L’enfance
du mal di Olivier Coussemacq (con Anaïs Demoustier, Pascal Greggory e
Ludmila Mikaël) e Lucky Life di Lee Isaac Chung (scoperto a Cannes al
Certain Regard nel 2007 con Munyurangabo).
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