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Kamen Kalev • Regista

“Capire in che modo erano nate confusione e alienazione”

di 

- Un esordio costruito intorno a un messaggio che va ben oltre il resoconto documentario della vita del protagonista, un attore non professionista, e del suo vero, tragico destino

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è nato dalla volontà di fare un film che parlasse di Itso e della sua vita. Ma a parte questo elemento di autenticità, nel film si insinua un’altra trama (che parla del fratello neo-nazista e dell’incontro di Itso con la ragazza turca) che trasferisce la realtà nella finzione. Cosa l’ha spinta a sviluppare la sceneggiatura in questa direzione?

Kamen Kalev: Volevo affiancare Itso a suo fratello Georgi in modo da capire com’erano nate confusione e alienazione. Ero in cerca di un modo per descrivere il passato di Itso, l’origine della sua sofferenza, senza però mostrarlo in maniera troppo esplicita.
Il personaggio di Georgi – il suo fratellino diciassettenne – illustra l’inizio dell’alienazione di Itso. Tutto ciò che circonda Georgi – i suoi genitori, gli amici e la città di Sofia – lo confonde. I loro genitori spiritualmente provati prolungano la loro sofferenza attraverso i propri figli. Reputo interessante la nozione di responsabilità genitoriale. Quando i due fratelli si incontrano nuovamente, cominciano infine a comunicare. Si vedono l’un l’altro riflettendosi nello specchio. Uno guarda al passato, l’altro al futuro, ma entrambi sono persi e spaventati. La giovane ragazza turca, Isil, è la ragione per cui i due fratelli si incontrano. Lei parla di strane cose, di anime reincarnate e di un mondo che vibra. Possiede un differente tipo di energia creativa che va ben al di là delle nazionalità o di qualsiasi altra etichetta che le persone possano inventarsi. Molti bulgari provano ancora odio nei confronti dei nostri vicini del Sud. Cinquecento anni di dominazione ottomana hanno pesato molto. Una ragazza turca può facilmente essere incompresa. Ecco perché il legame tra Itso e Isil è unico e io ho sentito la necessità di includerlo.

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Itso è un intagliatore che, tuttavia, non riesce a seguire la sua vocazione. E’questo il destino degli artisti in Bulgaria? E fino a che punto Eastern Plays riflette la realtà contemporanea bulgara?
Non sto a riassumere qual è il destino degli artisti in Bulgaria. Ho sempre pensato che se c’è uno scrittore forte che vuole dire qualcosa, niente può fermarlo. Itso ha continuato a creare i suoi straordinari lavori con entusiasmo. Fanno da esempio famosi scrittori, artisti, musicisti, che hanno continuato a tenere viva la loro arte in molte società povere o represse. Sì, Eastern Plays riflette la nostra realtà contemporanea, ma solo in parte. Dialoghi, costumi, sceneggiatura e personaggi sono un esempio della nostra realtà ma il tema generale o le vite di questi personaggi non sono definite e io non intndevo mostrare per intero l’immagine della nostra società.

All’ultimo laboratorio di cinema “Open Class” a Sofia, l’organizzatore Patrick Sandrin, produttore, ha paragonato Eastern Plays ai film della Nouvelle Vague francese. Si trova d’accordo con lui? Quali sono i registi che l’hanno maggiormente influenzata?
Forse l’analogia da lui individuata tra Eastern Plays e la Nouvelle Vague francese si muove nel senso della creazione piuttosto che della forma cinematografica in sé o della trama. I registi della Nouvelle Vague erano persone assolutamente libere nel loro modo di esprimersi. Non sapevano quale sarebbe stato il risultato, è semplicemente accaduto e hanno conquistato il pubblico. Il cerchio si è ampliato perché tutti sono stati invitati a partecipare. Così tanti giovani cineasti continuano tuttora a trovare forza e ispirazione. Uno dei film che più mi ha influenzato è Contempt di Jean-Luc Godard.

Come si sente dopo la nomination al premio Lux del Parlamento Europeo?
E’ importante per me perché immagino che vogliano sostenere l’idea di un’unione tra le nazioni. Ero interessato a mostrare la realtà attuale, il mondo si rimpicciolisce e le persone si incontrano a dispetto di storia e origini. Non sono affascinato da un Paese in particolare. Ciò che veramente mi affascina sono i confini che scompaiono e le culture che entrano in contatto. Questo porta sempre gioia, apertura e arricchimento della coscienza umana.

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