email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Urszula Antoniak • Regista

“Non voglio spiegare la complessità delle motivazioni umane”

di 

- Intervista con la regista di origine polacca trasferitasi nei Paesi Bassi Urszula Antoniak, il cui primo lungometraggio è stato eletto migliore opera prima a Locarno e miglior film olandese 2009

Cineuropa: Come descriverebbe i due personaggi di Nothing Personal [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Urszula Antoniak
intervista: Urszula Antoniak
scheda film
]
?

Urszula Antoniak: Sono due pagine bianche, non si sa nulla del loro passato e delle loro motivazioni. Non amo i film che tentano di spiegare la complessità delle motivazioni umane con elementi psicologici. Nella vita vera non si sa veramente perché la gente è portata a fare questo o quello, lo si intuisce. Nothing Personal riproduce un incontro così come avverrebbe nella vita reale e lo fa all'estremo, seguendo un personaggio che si rifiuta ostinatamente di aprirsi all'altro ma finisce per cedere dopo aver passato del tempo con lui.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Non temeva che lo spettatore non riuscisse a identificarsi con un personaggio di cui sa così poco?
In che misura è necessario conoscere una persona per identificarsi con lui o con lei? E' la domanda che pone il film, che evoca le relazioni umane a un livello molto basico. In un film hollywoodiano, si conoscerebbero le motivazioni della protagonista e così la si capirebbe e ci si identificherebbe con lei, ma non volevo manipolare lo spettatore, volevo al contrario lanciargli una sfida.

Il fatto che lei sia una donna ha condizionato in qualche modo il film?
Essendo regista, sono naturalmente attirata dai personaggi femminili forti e non amo presentare le donne come vittime. Lotte, nel film, interpreta un personaggio attivo e non passivo, una donna che sceglie la solitudine senza suscitare pietà. Volevo creare un personaggio di ribelle (cosa che spetta solitamente ai personaggi maschili) e dargli il volto di una donna.

Come è andata la sua collaborazione con il giovane Daniël Bouquet, la cui fotografia contribuisce ampiamente all'atmosfera del film?
Daniel è il perfetto cameraman perché incoraggia il regista a correre dei rischi. Ho avuto fortuna a incontrarlo e a lavorare con lui, anche se all'inizio avevo timore a lavorare con qualcuno che non conoscevo. Ma ha funzionato. Ha un ottimo gusto, non rovinato dalla pubblicità o dai videoclip.

In che misura Nothing Personal è un film olandese, irlandese, polacco, europeo?
Come emigrante sono naturalmente portata a scegliere racconti universali. Nothing Personal è un film d'autore europeo. E' un film che osa sfidare il pubblico ma che ha origine anche da un sentimento d'urgenza della sua autrice, che vuole condividere qualcosa di importante.

Quali sono i temi propri di questo film che pensa di esplorare nuovamente in futuro?
La grande ironia radicata nelle tradizioni dell'Europa centrale: ma è più una questione di tono che di tema. Per me, l'ironia è il sale della vita e la sua grande saggezza. Credo di appartenere a questa tradizione di umorismo centro-europeo che mischia influenze ebraiche, slave e tedesche: penso a Kafka e Musil, ma anche a Billy Wilder ed Ernst Lubitsch, che hanno condito il cinema hollywoodiano con questo caratteristico tocco di umorismo.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy