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Mario Fiorito • Distributore

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Fondata alla fine del 2007, guidata da Mario Fiorito, oggi Bolero Film è una delle giovani realtà più attive del panorama distributivo italiano, e tra le più attente alla produzione indipendente italiana ed europea.

Cineurope: Cosa l’ha portata a creare una nuova società di distribuzione?
Mario Florito: Bolero nasce per iniziativa di un gruppo di amici e operatori del settore, con lo scopo iniziale di offrirsi come “service” per quei film che secondo noi avevano delle potenzialità commerciali ma non riuscivano a trovare uno sbocco sul mercato. Noi, disponendo di alcune sale, sia a Roma che altrove in Italia, potevamo garantire l’uscita. La svolta, poi, è avvenuta col primo film che abbiamo acquistato, L’ospite inatteso: un successo oltre ogni aspettativa, che ci ha portato ad intraprendere con maggiore continuità un percorso di acquisizioni importanti, che ci vede presenti nei mercati e nei festival più importanti, da Berlino al Sundance, da Cannes a Venezia.

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Quali elementi hanno influito sulla definizione delle vostra line-up?
Miriamo a un prodotto di qualità, compatibile in primo luogo con le nostre sale, e dotato di un appeal anche commerciale: abbiamo una rete di distribuzione e agenti locali che consentono una penetrazione capillare nel territorio, anche di film “di nicchia” o comunque non propriamente da multiplex. Poi, certo, ci sono le eccezioni, come Cella 211 [+leggi anche:
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, il film che distribuiremo il 16 aprile, molto richiesto anche dai multisala: l’ottimo riscontro della critica, e il grande successo in Spagna (dove ai Goya ha sbaragliato rivali come Amenabar e Almodóvar), hanno creato molta attesa.

Avete previsto un’uscita più forte? Quali strategie di marketing adottate?
Il film uscirà in minimo 130 copie, ma già stiamo valutando di salire a 150, vista la quantità di richieste che ci giunge dagli esercenti. Lo stesso numero in cui abbiamo lanciato Lasciami entrare [+leggi anche:
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. Quanto al marketing e alla promozione, abbiamo un’equipe giovane e cerchiamo di percorrere anche strade diverse da quelle più tradizionali, lavorando molto sui siti internet e sui social network. Un aspetto a cui teniamo molto è il trailer, che per Cella 211 abbiamo stampato in circa 900 copie, abbinandolo a pellicole importanti come L’uomo nell’ombra [+leggi anche:
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di Roman Polanski.

Quanto investite, in media, sul lancio di un film?
Per Cella 211 siamo nell’ordine dei 700mila euro, e comunque mai meno di 200mila: al di sotto di questa cifra è impossibile promuovere un film come si deve.

Una delle caratteristiche del mercato italiano è la difficoltà di uscita del prodotto nazionale…
È vero, in Italia c’è una sorta di imbuto: tolti pochi contributi che concede indistintamente, lo Stato non è mai intervenuto sull’esercizio. L’investimento pubblico e i finanziamenti non mancano (che si tratti del MiBAC, della Rai o delle Film Commission locali), ma al momento dell’uscita in sala c’è una strozzatura: abbiamo stretto un accordo con Raicinema, per distribuire film che la società aveva prodotto con altri soggetti, ma che non sarebbero riusciti a trovare la via delle sale, e così abbiamo fatto uscire Dieci Inverni [+leggi anche:
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