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Oliver Damian

Producer on the Move 2010 - Germania

di 

Quando nel 2005 ha creato la sua società, 27 Films, Oliver Damian aveva già alle spalle una solida esperienza (studi alla scuola di cinema Konrad Wolf di Babelsberg e dodici anni di lavoro nell'industria) e la ferma volontà di "concentrarsi sulla produzione di lungometraggi europei e internazionali di alta qualità che abbiano un buon potenziale commerciale". La sua prima produzione è stata Rainbowmaker di Nana Djordjadze. Ha anche partecipato alla co-produzione franco-tedesca L'aube du monde e a Père de mes enfants di Mia Hansen-Løve (premio Un Certain Regard 2009) mentre ora sta co-producendo Iron Sky del finlandese Timo Vuorensola, le cui riprese inizieranno a breve.

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Cineuropa : Il suo percorso formativo e la sua carriera si sono orientati molto presto verso la produzione. Quando e perchè ha deciso di diventare produttore?
Nel 1992, cominciando a studiare a Babelsberg, mi sono presto reso conto che la produzione è il solo mestiere che permette di mettere insieme dei progetti e di seguirli passo passo dall'inizio fino al momento in cui vengono immessi sul mercato, e inoltre noi produttori siamo indipendenti e liberi di scegliere i film seguendo i nostri gusti e i nostri bisogni.

Cosa l'ha spinto a fondare 27 Films ?
Ero socio di un'altra casa di produzione tedesca che voleva fare film con grossi budget, questo mi faceva perdere molto tempo ed energia in questioni interne, perchè avevamo molti dipendenti, e mi impediva di produrre film europei indipendenti più modesti, che era quello che volevo. Quindi cinque anni fa ho deciso di lasciare e di fondare la 27 Films Production (il nome è ispirato al titolo del primo lungometraggio che ho prodotto, 27 Missing Kisses).

Lei predilige progetti europei e internazionali: quali sono i pro e contro della co-produzione a livello internazionale?
In quanto produttore, la mia esperienza è chiaramente internazionale. Ho sempre lavorato in questa direzione. Non mi limito a una regione o a un genere, alla base c'è sempre l'intento di trovare storie emozionanti, non importa da dove vengano, l'importante è che evochino il loro luogo d'origine. Il cinema è divertimento, ma serve anche per allargare i nostri orizzonti e favorire le scoperte.
L'aspetto stimolante di questo modo di lavorare è che si incontrano sempre nuove persone e progetti di ogni tipo. Ammetto che può essere difficoltoso, perchè la mentalità varia da paese a paese. E' più faticoso produrre con budget diversi ogni volta che occuparsi di film interamente tedeschi.

Su quali progetti sta lavorando?
Cerco soci e un agente di vendita internazionale per Francuski, una straordinaria storia di evasione da un campo di lavoro sovietico negli anni '60 del regista serbo Goran Rebic (Yugofilm), che vorremmo iniziare a girare l'anno prossimo.
Sto anche sviluppando una fantastica storia d'amore in costume che si svolge in Cina, Mr. Lu's Blues, della svedese Maria von Heland. Sarà un film visivamente opulento (grazie al direttore della fotografia, Roman Osin, lo stesso di Orgoglio e pregiudizio) sull'amore proibito tra un giovane musicista jazz russo e una cinese nell'animata Shanghai degli anni '30.
Ho molti altri progetti in corso, anche delle co-produzioni minoritarie.

Cosa rappresenta per lei essere stato selezionato tra i Producers on the Move del 2010? Cosa si aspetta da Cannes?
Sono contento di essere stato scelto. Questa selezione significa che il mio lavoro è stato apprezzato e penso che l'occasione darà più visibilità mediatica ai progetti che presenterò. Cannes mi permetterà inoltre di conoscere altri professionisti e di facilitare le future collaborazioni e co-produzioni.

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